Tra i due Paesi un accordo di cooperazione energetica, che garantirà stabilità del mercato petrolifero
Raggiunto un accordo di cooperazione energetica tra Cina e l’Arabia Saudita per garantire il mantenimento della stabilità del mercato petrolifero internazionale e affrontare insieme eventuali crisi e sfide future. Questa mossa porta l’Arabia Saudita, membro dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio(Opec) ancora più vicino ai BRICS.
Il capo della NEA, Zhang Jianhua, ed il Ministro dell’Energia Saudita, il Principe Abdulaziz bin Salam, nei giorni scorsi, hanno avuto una lunga videoconferenza. Tra i temi trattati, la complessa e mutevole situazione internazionale che ad oggi ha creato diversi fattori destabilizzanti del mercato petrolifero: per questo l’accordo di cooperazione raggiunto servirà a creare un’offerta stabile di greggio. Nella nota diffusa si legge ancora che “l’Arabia Saudita continuerà ad essere il partner più affidabile e fornitore di greggio per la Cina”.
Questo accordo deriva dalla mossa dell’OPEC che, con i suoi alleati, ha concordato un taglio della produzione di petrolio maggiore del previsto portando, da novembre, ad una riduzione della produzione giornaliera di greggio di 2 milioni di barili.
Durante l’incontro, le due parti hanno anche scambiato opinioni sulla cooperazione e sugli investimenti congiunti nei paesi lungo la Belt and Road. L’Arabia Saudita vorrebbe costruire un centro regionale per i produttori cinesi sfruttando la sua posizione geografica, in modo da rafforzare la cooperazione nella catena di approvvigionamento energetico. In conclusione, le due parti hanno inoltre convenuto di cooperare anche nel quadro dell’accordo intergovernativo sull’uso pacifico dell’energia nucleare, nei settori dell’elettricità , delle energie rinnovabili e dell’energia a idrogeno.
Un segnale questo, in ogni caso, molto forte: tra gli obiettivi, infatti, resta l’emancipazione da Washington e lo spostamento del quadro economico ai Paesi in via di Sviluppo e all’area orientale. Con buona pace di un Occidente guerrafondaio ed economicamente, oggi, sempre più suicida.