Vi ricordate i contratti derivati Swap sottoscritti da tante pubbliche amministrazioni italiane anni orsono?

L’autore Ettore Buonalberti ci fornisce questa notizia bomba. “Importante sentenza dell’alta corte di Londra per il comune di Venezia: i derivati comprati da Dexia, Crediop ed INTESA sono nulli ed inapplicabili. Con questa sentenza , l’amministrazione è legittimata a sospendere i pagamenti dei differenziali futuri a favore delle banche. Considerati gli attuali tassi di interesse, si tratta di un risparmio di circa 30 milioni di euro. Inoltre, otterrà la restituzione delle somme versate dalla data di sottoscrizione dei contratti. Una sentenza decisiva per molti altri comuni italiani. Ricorderò che il solo Comune di Torino ha sottoscritto 21 derivati quando, sindaco nel 2001, era l’On Piero Fassino.
L’amico Alessandro Govoni, già CTU del Tribunale di Cremona in materia bancaria e finanziaria, interpellato nel merito, mi ha scritto quanto segue: ”Secondo un rapporto della Guardia di Finanza, 900 Comuni italiani su 6000, 45 Province su 90, e 12 Regioni su 21, hanno
sottoscritto derivati sul tasso come quelli sottoscritti dal Comune di Venezia, che la Corte di Londra ha finalmente sancito che debba essere risarcito di tutte le perdite arrecate e che nulla più deve sui flussi futuri. Tutti questi derivati, fatti sottoscrivere agli Enti italiani, sono delle truffe, perché riportano un algoritmo nascosto tra le righe del contratto, per cui ogni 6 mesi la banca d’affari incassa il tasso (Euribor+spread), mentre il Comune vi è scritto che incassa solo l’Euribor, perdendoci il Comune, ogni 6 mesi, lo spread in genere del 2%, calcolato sul mutuo sottostante. In genere, in media, i mutui sottoscritti dai Comuni sono di 350 milioni di euro. Ciò significa che, ogni 6 mesi, agli Enti locali italiani sono stati prelevati dal conto corrente 7 milioni di euro, dal 2001 ad oggi. I contratti derivati hanno la durata del mutuo sottostante, in genere 30 anni. Scrive ancora Govoni: “È necessario che il governo emetta un decreto che imponga ai Sindaci ed ai Governatori i cui Enti hanno sottoscritto derivati, di procedere sia in sede civile che penale ed un decreto che autorizzi la Magistratura italiana di procedere d’ufficio contro le banche d’affari per dichiarare truffa contrattuale tutti questi derivati che incorporano già una perdita certa alla stipula per l’Ente locale italiano.”
In merito, ecco il parere che ho raccolto dall’economista Antonino Galloni.
“Apprendo con gioia questa notizia, sebbene non capisca perché la truffa si sia risolta a Londra invece che in Italia: personalmente l’ho sempre denunciata, fin dall’inizio.
Quando si era capito che i tassi d’interesse sarebbero crollati (a seguito della crisi SME del settembre 1992, prevista da me in precedenza), le amministrazioni furono indotte, dalle banche dealer, a sottoscrivere il seguente derivato o scommessa: se i tassi aumentano, la prestatrice rinuncia all’ulteriore guadagno; se il tasso diminuisce, l’amministrazione continua a pagare in base a quello precedentemente esistente. Ma le banche sapevano benissimo come stavano le cose mentre gli amministratori erano ignari di tutto.
In seguito, stimai la perdita complessiva per l’erario in 165 miliardi di euro che, in gran parte, spiegano perché, con avanzi primari sistematici, il debito pubblico abbia continuato a crescere.
Anni fa a seguito delle mie denunce, di interrogazioni parlamentari e di due convegni istituzionali, fu fatta l’audizione della direttrice generale competente, dottoressa Cannata; la quale, a precise domande, ispirate dal sottoscritto, non trovò di meglio che opporre il Segreto di Stato.
Tutto fu quindi sepolto, a parte qualche pronunciamento della Corte dei Conti.”

Su questo furono fatte, anni fa, anche delle trasmissioni su Report di Rai 3 che denunciavano la questione, ma nulla fu fatto fino alla sentenza odierna. Vedremo come, il nascente governo, saprà cogliere l’occasione per fare una adeguata legge a protezione e tutela delle amministrazioni. Sarà una importante cartina di tornasole, per capire quali interessi questo segue: se la grande Finanza internazionale o gli interessi della Nazione…

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