di Roberta Lasi
Il Comunicato stampa n. 2 del 28 ottobre 2022 “Covid-19. Schillaci: “Verso un progressivo ritorno alla normalità” recita:
“Il Ministro della Salute Orazio Schillaci, a sei mesi dalla sospensione dello stato d’emergenza e in considerazione dell’andamento del contagio da Covid-19, ritiene opportuno avviare un progressivo ritorno alla normalità nelle attività e nei comportamenti, ispirati a criteri di responsabilità e rispetto delle norme vigenti. Pertanto, anche in base alle indicazioni prevalenti in ambito medico e scientifico, si procederà alla sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino dei dati relativi alla diffusione dell’epidemia, ai ricoveri e ai decessi, che sarà ora reso noto con cadenza settimanale, fatta salva la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le
informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso. Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21, in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e
territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione.”
Pare strano che l’attuale ministro della Salute, di fatto scelto tra “l’entourage” dell’ex ministro Speranza, sia così già pronto al ritorno alla “normalità”. Solo la affermazione, per via legislativa ed istituzionale, della completa abolizione del Green Pass sotto qualsiasi forma ed il ribadire il pieno diritto di scelta sulle cure del proprio corpo comprese le vaccinazioni, nonché il riconoscimento degli arretrati e dei danni arrecati a tutte le persone che sono state sospese e vessate nei luoghi di lavoro, possono essere considerate un più autentico ritorno alla normalità. Come si dice anche nei circoli della Fabian Society, “parrebbe una parziale ritirata per poi affondare l’attacco finale”. Troppo sospettosi? Forse.
Da un lato abbiamo questo primo atto del neo governo Meloni, che sembra fatto per dare un contentino agli animi e le piazze, ormai presi dal problema della crisi energetica, industriale ed alimentare, camuffata da guerra Ucraina.
Dall’altro, il vergognoso episodio del consiglio comunale di Rimini dove, il 18/10/2022, la maggioranza PD ha scelto l’autogol politico, negando un qualsiasi confronto democratico. Audizione sanitari sospesi: durante il Consiglio Comunale tematico a Rimini la maggioranza dei Consiglieri PD ha disertato il Consiglio Comunale facendo mancare il numero legale, e con essi pure il sindaco e tutti gli assessori. Il punto più basso della storia Democratica di Rimini dal dopoguerra ad oggi. Ed in questa situazione, volutamente o meno molto confusa, ci aspetta il 30 novembre, la famosa seduta della Corte Costituzionale in merito alla questione di obbligo vaccinale “Covid”, dove sono state accettate Opinio Amicus Curiae, udite udite, anche da parte di esperti medici e legali del Corvelva. Insomma 1 a 1 e palla al centro alla Corte Costituzionale. Io sto con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E voi?