di Thiago Silva (corrispondente dal Brasile)

Il successo di Lula, lungi dall’essere schiacciante, mette in evidenza in Brasile due problematiche: la possibile frode, già provata in passato, sfruttando il sistema del voto elettronico, e l’ignoranza di parte del popolo brasiliano che non conosce i pericoli del globalismo e che spinto dalla propria disperazione spesso vota in cambio di un auspicato tornaconto personale. Un sistema questo che fa sì che i più indigenti dipendano da una certa politica: in altre parole un modo per tenere le classi più povere in pugno. Non a caso la vittoria di Lula si è celebrata nelle carceri, nelle favelas e in altri luoghi a predominanza criminale.

D’altra parte, coloro che sostengono il presidente Bolsonaro e vogliono la rinascita di un Paese pulito e dignitoso sono stati scossi da questo risultato. I leader nazionali si sono mobilitati subito dopo il verdetto finale chiedendo un intervento delle forze armate brasiliane. Oggi anche i camionisti minacciano di paralizzare il Paese in segno di protesta. Finora Bolsonaro e i suoi alleati non hanno commentato la situazione: si attendono le sue parole e il rapporto finale delle macchine per il voto elettronico da parte delle Forze armate brasiliane, che hanno svolto un lavoro di supervisione in queste elezioni.

Inutile dire che Lula difende l’agenda globalista a partire dall’anticattolicesimo, dalla liberalizzazione dell’aborto, dalla liberalizzazione della droga. Il rapporto con Putin? Tra due capi di Stato, di certo Bolsonaro e Putin mostravano una solida amicizia.

Al momento l’intera nazione attende il pronunciamento di Bolsonaro e il rilascio del verbale finale delle macchine per il voto elettronico da parte delle Forze armate. È difficile prevedere qualcosa in questo momento, ma speriamo che l’ex presidente abbia un “asso nella manica”.

Share via
Copy link
Powered by Social Snap