di Dina Nerozzi

Cosa sta succedendo nel mondo? Sembra che sia avvenuto un capovolgimento totale delle posizioni in campo, una volta per gli “occidentali” il male era identificato nella Russia comunista, l’URSS, e il bene era impersonato dall’America liberale, tra le due realtà contrapposte, e i loro alleati, si ergeva la cortina di ferro ed era in atto la guerra fredda.

Poi qualcuno nelle alte sfere decise che il tutto era paradossale e che per avere un mondo migliore era indispensabile trovare un accordo, una sintesi tra le varie posizioni, accordo che portò al crollo del muro di Berlino nel 1989 e subito dopo al crollo dell’Unione Sovietica, il 25 Dicembre1991, cosa che fece esclamare a Francis Fukuyama che si era ormai giunti alla fine dei tempi, era il 1992.

Tutto il mondo esultò alla notizia della caduta del muro che divideva Est ed Ovest e alla caduta dell’URSS e molti intravidero in quegli eventi l’alba di un periodo di pace e prosperità per tutto il genere umano, pace e prosperità che sarebbero durati per sempre.

Sono passati poco più di 30 anni da quegli storici avvenimenti e già il mondo si ritrova a dover fronteggiare una nuova guerra e questa volta non fredda ma calda, già in atto tra Russia e Ucraina e che rischia di trasformarsi in guerra mondiale, e per giunta nucleare, cosa che potrebbe porre in essere la fine dei tempi, questa volta in senso reale e non simbolico.

Perché? Perché quel sogno che doveva essere eterno si è trasformato in un incubo?

Chi può aiutarci a trovare una risposta al quesito è Igor Shafarevich (1923-2017) noto matematico russo, nativo dell’Ucraina, che ai tempi dell’Unione Sovietica fu tra i pochi, insieme ad Andrej Sakharov e Alexander Solzhenitsyn, ad avere il coraggio di esprimere il suo dissenso nei confronti del regime in atto, cosa che gli costò la cattedra all’Università a cui fece seguito l’abbandono della Russia.

Il suo pensiero, che esprime una condanna senza appello del socialismo, è stato condensato nel libro “Il Fenomeno Socialista” pubblicato nel 1977. Nel testo in questione si afferma che il socialismo non sarebbe un fenomeno sorto negli ultimi duecento anni, come risultato di un progresso evolutivo del corpo sociale, ma sarebbe un fenomeno ricorrente nella storia che si può far risalire come inizio ai tempi dell’antico Egitto e della Mesopotamia.

Secondo Shafarevich l’ideologia socialista, che si presenta come un movimento progressista che vuole costruire un futuro migliore per tutti, in realtà, non sarebbe altro che un tentativo di riportare indietro le lancette della storia per ricondurre l’umanità ai tempi delle comunità primitive del passato.

La forza trainante del fenomeno socialista sarebbe dunque un’energia distruttiva che Shafarevich identifica come istinto di morte.

“La morte del genere umano rappresenta non solo il risultato prevedibile del trionfo socialista, ma è l’obiettivo stesso del socialismo!…Il Socialismo rappresenta uno degli aspetti della lotta del genere umano verso la sua autodistruzione, verso il Nulla,….. Se guardiamo al socialismo come a una prova del desiderio del genere umano di andare verso l’autodistruzione, si capisce anche la sua ostilità nei confronti dell’individualità, e si capisce altresì il suo tentativo di distruggere quelle forze che fortificano la personalità umana: la religione, la cultura, la famiglia e la proprietà privata”

Se guardiamo a quanto sta accadendo ai giorni nostri tenendo presente la chiave di lettura di Igor Shafarevich non possiamo non notare questa deriva folle dell’umanità verso l’autodistruzione. Come interpretare in maniera diversa quanto messo in campo dalla fine della seconda guerra mondiale in poi? A partire dalla definizione del termine democrazia intesa come parola magica che dissolve ogni problema e che prevede che “ad eccezione delle difficoltà economiche, tutti i fatti sociali devono essere accettati non solo a livello scientifico, ma anche sociale. Questo va inteso nel senso che non si dovranno esprimere giudizi e sarà considerata antidemocratica ogni conclusione tratta da coloro che recepiscono valori e conseguenze” (Lionell Trilling “The Kinsey Report” in Partisan Review, aprile 1948)

Ci viene spiegato che se vogliamo creare un mondo migliore è necessario che la scienza accetti tutti i fatti sociali e così anche la società, da cui si deduce che in democrazia la scienza non è libera ma deve sottostare ai diktat della politica che si assume il nobile compito di rendere tutti felici e tutti uguali.

Quindi alla fine della sanguinosa Seconda guerra mondiale erano già state poste le basi per la messa al bando della scienza intesa come “Insieme delle discipline fondate essenzialmente sull’osservazione, l’esperienza, il calcolo e che hanno per oggetto la natura e gli esseri viventi” secondo l’enciclopedia Treccani.

Solo accantonando il metodo scientifico è stato possibile affermare che l’embrione non è un essere umano in fieri ma lo diventa dopo una determinata data che viene decisa in base al volere politico, solo accantonando il metodo scientifico è stato possibile eliminare per legge la malattia mentale, solo accantonando il metodo scientifico è stato possibile affermare che maschi o femmina non si nasce ma si diventa in base alla socializzazione e la lista è lunghissima e investe ogni settore.

Quanto sta accadendo in termini di scarsa scientificità in relazione alla crisi pandemica da Covid19 non è dunque un fenomeno nuovo, è un percorso intrapreso da tempo a cui è stato difficile porre un freno perché le forze in campo sono troppo squilibrate, la grande finanza, la grande industria, le organizzazioni internazionali, i media da una parte e qualche volenteroso e coraggioso ricercatore dall’altra.

Ragion per cui non meraviglia il fatto di scoprire, nel 2020, che i virus possono sopravvivere sulle superfici per ore o forse per giorni e che il sistema immunitario messo a punto in milioni di anni dalla natura non basta per tutelare l’organismo dai corona virus per cui bisogna iniettare una sorta di “vaccino” sperimentale a tutta la popolazione mondiale.

Chi ha guidato la rivoluzione culturale che ha messo da parte la scienza, e l’ha integrata nella tecnologia, per creare un mondo migliore sono stati gli Stati Uniti che hanno cercato di convincere il resto del mondo della bontà della strada intrapresa. Non è chiara quale sia la posizione della Russia in tema di questione vaccinale e trasformazione digitale della società, ma un fatto è certo: la Russia, seguita da una parte delle nazioni del mondo, non intende cancellare la componente spirituale dell’essere umano, e per difendere il suo popolo la sua cultura dalle invasioni barbariche occidentali ha sfoderato la spada e lo ha fatto anche per tutti coloro che credono che “fatti non fummo per viver come bruti”…e neanche come macchine.

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