di Luigi Cortese

La situazione della raffineria è, al momento, instabile in quanto le banche hanno chiuso tutte le linee di credito e la raffineria riceve al momento solo il greggio dalla Russia, questo anche se la raffineria non è sottoposta ad alcuna sanzione, ma le banche, in via cautelativa, hanno deciso di condurre una politica restrittiva. Questo mette in serie difficoltà l’azienda, con la seria possibilità della chiusura dello stabilimento, grazie anche al fatto che dal 5 dicembre prossimo, visto l’ultimo pacchetto di sanzioni imposto dall’Unione Europea, non potrà più ricevere greggio dalla Russia. L’ultima petroliera è arrivata il 7 novembre, e, se nei giorni successivi non sarà consentito a Lukoil di acquistare prodotto da raffinare di altri Paesi, lo stabilimento sarà costretto a fermarsi. A meno che non vengano estese le garanzie prestate dalla SACE.

Il Ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, intervenuto a “Caffè della domenica” di Maria Latella su Radio 24, ha dichiarato “L’azienda non è sottoposta a sanzioni e quindi può sin da ora operare acquisendo petrolio anche da altri mercati con le coperture finanziarie e assicurative necessarie”.

In poche parole il Governo Italiano lascia al proprio destino la raffineria e le 10mila famiglie che vivono grazie al suo stipendio. Sul Financial Times, che riporta la notizia del rifiuto dell’offerta, si fa riferimento anche al fatto che il cambio di proprietario permetterebbe allo stabilimento di vivere con il greggio che arriverebbe da altre fonti oltre quello russo. In poche parole, secondo quanto riportato dal il quotidiano statunitense, l’operazione Priolo si può definire un sottile ricatto al Governo Italiano che proceda alla “nazionalizzazione” dello stabilimento attraverso la cosiddetta golden power di cui si era parlato nei mesi scorsi.

Link finanical times
https://www.ft.com/content/f63cc4c0-7766-4a9c-bfe5-242a129aa990

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