di Igor Colombo
Quella di creare una falsa verità allo scopo di gettare gratuito discredito nei confronti di una persona, famiglia o popolo, è modus operandi antico, molto più antico di quanto noi contemporanei possiamo immaginare.
Un esempio di ciò , in una storia poco conosciuta anche a molti storici stessi , è quello di Enea, personaggio centrale dell’opera di Virgilio, il quale scrisse l’unica verità possibile sul mito e sulla condotta del troiano, identificandolo come eroe. Infuriavano le guerre pirriche ( 280 -275 A.C.) il greco della Licia, Mecenate di Xanto, scrisse un testo in cui presentava Enea sotto un profilo totalmente diverso da come Virgilio appunto saprà descrivere al meglio nell’Eneide. Mecenate non parlò affatto di un uomo valoroso che accompagnò Paride a Sparta quando questi prese con sé Elena moglie di Menelao; neppure descrive Enea con il coraggio e la forza di chi durante la distruzione di Troia mette in salvo la sua famiglia e suo padre Anchise caricandolo sulle sue spalle.
Mecenate invece ci parla di un Enea traditore, che in disaccordo nei confronti di re Priamo ed in rivalità con suo figlio Paride, si accorda con gli Achei e li aiuta a distruggere Troia. In cambio questi gli offrono oro e gli concedono un salvacondotto per lui e la sua famiglia, inficiando pertanto il gesto di sacrificio ed amore dell’eroe di Virgilio. E di quell’oro, avuto dagli Achei per tradire la sua gente, Enea ne fece sfoggio a Didone una volta giunto a Cartagine. Perché Mecenate avrebbe dovuto scrivere tutte queste falsità? Ovviamente allo scopo di infangare i romani nel corso di quella guerra in cui i romani stessi alla fine uscirono vincitori contro Pirro.
E’ cosi che da sempre vanno le cose nel corso della storia, in un aspetto che è diverso dalla contro-storia perché questa spiega e smentisce le false vulgate spacciate per buone , fornendo precisi eventi e successioni di fatti. In questi processi di infamità e di gratuito fango, neppure Gesù è stato risparmiato, dall’illuminismo in avanti. A ogni evento storico può esserci però una risposta se si formula la domanda giusta, come per esempio nel caso di Enea. Perché questi se pagato dagli Achei, reso abbastanza ricco, subito dopo l’abbandono di Troia e dopo aver tradito Priamo, fu costretto a vagare per i mari fino all’arrivo sulle sponde italiche del Lazio? Il destino ed il mito, attraverso Virgilio ci hanno sempre fornito la risposta giusta, basta solo ragionare con la propria testa studiando ed analizzando fatti, eventi e condotte dei personaggi.