di Gloria Callarelli

“C’è una certa percentuale di donne che portano una gravidanza che non è la loro o danno alla luce un bambino che non è esattamente loro”.

Con queste sconvolgenti parole un rappresentante del laboratorio di fecondazione in vitro presso l’Assuta Medical Center di Rishon Lezion in Israele ha svelato come in realtà la Fecondazione in vitro sia una pratica rischiosa e, a conti fatti, contro natura. La rivelazione a margine di un caso molto particolare che sta sconvolgendo Israele: una donna, incinta di 30 settimane dopo fecondazione assistita, ha scoperto che il bambino che portava in grembo non era suo. Come riporta “Times of Israel” Assuta Medical Center smentisce di altri casi, ma intanto tant’è.

Sappiamo che la Fecondazione in vitro consiste nell’unione realizzata in laboratorio di un ovulo e di uno spermatozoo, del partner maschile della coppia o di un donatore, allo scopo di ottenere embrioni già fecondati da trasferire nell’utero materno.

Questo esempio spalanca la porta a quella che potrei definire “teoria Frankestein”: con l’utilizzo della scienza senza morale e senza etica, si apre a casi-mostro, alla teoria del caos, alla distruzione dell’ordine naturale delle cose e financo dell’essere umano. Essere umano inteso non solo come agglomerato di tessuti e organi, ma come creatura facente parte di una società e, nel macro, del Creato intero. Il caos generato da chi ha la pretesa di sostituirsi a Dio, giocando artificialmente con la vita, è sotto agli occhi di tutti. L’esempio di cui sopra è la prova provata che pratiche di questo tipo portano a conseguenze imprevedibili e contro natura, oltre al fatto che, spesso, degenerano in scenari di stampo eugenetico. Vi sono cliniche, infatti, che fanno del concepimento del figlio un vero e proprio mercato: la scelta del colore degli occhi, del colore dei capelli, di un bambino perfetto senza malattie alla nascita è, che piaccio o meno, eugenetica.

Ma il caos è evidente a prescindere, se è vero che può capitare l’errore: un padre che non è il padre, una madre che non sa chi è il padre. Un bambino che, povera creatura, non sa nulla della sua genealogia e che mai lo saprà, nemmeno nel momento in cui gli verrà detta la verità. Perchè in situazioni come quelle denunciate dal manager in apertura di articolo, nemmeno si cerca di arrivare a capire (se mai è possibile) chi è veramente il genitore. Capite la catastrofe psicologica di chi non avrà mai in testa chiaro il concetto di genitore? E’ evidentemente una follia sociale, che destruttura il concetto stesso di famiglia, dopo quello di natura. Avere un figlio del quale nemmeno si conosce il padre, non solo perchè non lo si è conosciuto fisicamente, ma anche perchè (per errore?) si è utilizzato uno spermatozoo sconosciuto, è così totalmente lontano da ciò che è naturale da essere perfino grottesco.

Ribadiamo: il bambino non è un oggetto di cui avere diritto. Non esiste “io voglio avere un figlio” come io “voglio comprarmi la macchina nuova”. L’essere umano non è cosa che si compra, che si fabbrica , che si mercifica. Il bambino è un dono. Senza commercio questo “diritto” non esisterebbe nemmeno e questo la dice lunga sulla legittimità morale di una pratica nata per distorsione della realtà e perchè perfettamente calzante all’interno di una società che tutto desidera, tutto fabbrica e tutto compra.

Il desiderio di avere figli può, come no, essere esaudito dagli eventi: così come il desiderio di realizzarsi in una professione, di trovare il partner perfetto, di andare a vivere nella casa de propri sogni. Non sono cose che si decidono arbitrariamente, sono cose che possono, come anche no, realizzarsi. Questa è la realtà dei fatti. Questo è da sempre. La variabile, la ricerca, il successo, l’insuccesso, le scelte, il libero arbitrio, il percorso di ognuno di noi, imprevedibile per lo più, si chiama, da sempre, anche da prima dell’avvento della tecnologia, semplicemente vita. Tutto il resto è artificio, inganno, caos. In altre parole: inferno in terra.

Fonte: https://www.timesofisrael.com/ivf-lab-manager-certain-percentage-of-women-unknowingly-carry-others-embryos/

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