di Gloria Callarelli
La caduta dei due missili in territorio polacco, nel villaggio di Przewodow, ha fatto immediatamente gridare al colpevole, identificando da più parti la Russia come responsabile del gesto senza nemmeno il tempo di verificare l’accaduto. Un atteggiamento pericoloso, ostile, che rivela la vera natura di molti di coloro che si riempiono la bocca di pace e poi non perdono occasione per fomentare la guerra.
Estonia e Lettonia ad esempio attraverso i loro ministri, alla velocità della luce, affidano a un social, Twitter, le intenzioni belliciste, naturalmente “difensive”. Duda in Polonia si appella all’articolo 4 della risoluzione Nato e convoca immediatamente un tavolo con le altre potenze, confermando per bocca del ministro degli esteri Lukasz Jasina l’origine russa del missile. Zelenskyi si schiera in prima linea per chiedere il passo successivo: l’intervento Nato.
I media mainstream nei titoli parlano apertamente di attacco russo. Qui e qui ad esempio. Un atteggiamento quantomeno poco prudente che rischia di esacerbare gli animi, magari prendendo un grosso granchio, se è vero come è vero che da una prima verifica sembra che i due missili, che hanno causato due morti, in realtà appartengono proprio all’Ucraina.
La stessa Casa Bianca dopo il “lancio” della notizia iniziale fa retromarcia: “Non possiamo confermare le informazioni in merito”. Per il presidente Usa Joe Biden l’ipotesi che il missile sia russo è “improbabile”.
Se tutto ciò dovesse essere confermato siamo in presenza dell’ennesimo processo alle intenzioni, dell’ennesimo pretesto per gettare benzina sul fuoco, stigmatizzando l’avversario. Ancora una volta si tradirebbe la “fretta” di molti di puntare il dito contro la Russia, rischiando così veramente di innescare una reazione a catena, una guerra a tutto campo. Il confine è sottile, il rischio è alto. Chi vuole la guerra a tutti i costi? Perchè? I popoli non la vogliono questa guerra, l’avete capito?
Che i governanti si mettano una mano sul cuore prima di metterla sulla tastiera e rischiare così, con la leggerezza di un tweet, di scatenare con un pretesto, la Terza Guerra Mondiale.