di Luigi Cortese
Il procuratore Mats Ljungqvist, titolare dell’indagine sulle esplosioni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 avvenute il 26 settembre scorso, ha dichiarato “Il gasdotto Nord Stream è stato colpito da un grave sabotaggio, sono state trovate tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei rinvenuti”.
Il Nord Stream 1 e 2 collegano le coste della Russia con quelle della Germania correndo sotto il mar Baltico, con una capacità di 50 miliardi di metri cubi l’anno ciascuno. Il Nord Stream 2, mai entrato in funzione, era “in pressione” quindi pronto all’uso.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato la notizia con queste parole “è molto importante stabilire che vi sia dietro alle esplosioni“. Sin da subito Mosca aveva parlato di sabotaggio, e nel tempo si sono fatte numerose ipotesi, ma nessuna suffragata da prove. E’ notizia di pochi giorni fa, che i satelliti avrebbero individuato due grandi navi con i localizzatori spenti in prossimità del Nord Stream 2 pochi giorni prima del 26 settembre, a rivelarlo è stato il sito Wired.com, citando un rapporto della società di monitoraggio satellitare SpaceKnow fornito alla Nato.
Se la notizia del sabotaggio fosse confermata, sarebbe un vero e proprio atto di guerra verso la Russia, resterebbe poi da capire chi avrebbe materialmente effettuato il sabotaggio. Ricordiamo che la il portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva chiesto delucidazioni circa un messaggio inviato, subito dopo l’esplosione, dall’ex Primo Ministro Inglese, Liz Truss, che avrebbe avvisato Antony Blinken, Segretario di Stato americano, a questo Downing Street non aveva risposto. Dopo le rivelazioni della Svezia sarebbe importante che il Governo Inglese dia questa risposta, anche perché oggi sono tutti sospettati di questo atto di sabotaggio verso la Russia ma anche verso i paesi europei che hanno visto diminuire le forniture di metano.