di Luigi Cortese (foto Twitter)
Il prossimo Consiglio Europeo sarà il primo test del Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, i 27 saranno chiamati a decidere sui fondi all’Ungheria di Orban.
Nel discorso di insediamento, Giorgia Meloni, ci tenne a confermare la sua fede europeista e del governo di centro destra che presiede, ora il primo Consiglio Europeo è alle porte, e sarà il luogo dove ci sarà la prima vera indicazione sulla politica estera del nuovo governo. In quell’occasione i leader degli Stati membri dell’Unione Europea potrebbero trovarsi davanti alla decisione sul taglio, proposto dalla Commissione Europea, dei fondi europei all’Ungheria per un totale di 7,5 miliardi di euro.
Il taglio equivale al 65% dei fondi destinati a Budapest fino al 2027 nell’ambito della politica di coesione comunitaria, a cui vanno aggiunti altri 7 miliardi del Pnrr ungherese, già congelati da Bruxelles. Questa decisione è dovuta, secondo gli standard dell’Unione Europea, ai problemi dell’Ungheria di Viktor Orbán sullo stato di diritto nel Paese. Ricordiamo che lo scorso aprile, la Commissione Europea aveva chiesto al governo ungherese di correggere le irregolarità nelle procedure di appalto e rafforzare le leggi in tema di conflitto d’interessi e corruzione, il Primo Ministro ha proposto una serie di future misure correttive, ma la Comissione Europea, prima di elargire i fondi, vuole vedere le riforme.
Gli attivisti anti-corruzione sostengono che le riforme proposte da Orban siano “insufficienti”. “La carriera del primo ministro” – dicono – “dipende essenzialmente dalla sua capacità di distribuire i fondi statali (e quindi anche comunitari) alla sua cerchia di accoliti e alleati, in un sistema clientelare fortemente radicato a tutti i livelli dello Stato”.
La situazione che si prospetta è interessante, al vertice dei leader europei di dicembre, Orban si troverà davanti Giorgia Meloni che, al di là delle battute, dovrà scegliere tra due modelli: “Meloni 1”, l’eurorealista, che segue la linea dettata da Mario Draghi, quindi pronta a partecipare fino in fondo al gioco europeo trattando con tutti i Paesi a cominciare da Francia e Germania, che per prima cosa da presidente del Consiglio chiama i vertici delle istituzioni europee? O “Meloni 2”, la paladina del conservatorismo trumpian-orbaniano? Chi prevarrà?