DI Igor Colombo

Hanno preso il via nella giornata di ieri i campionati del mondo che per questa edizione si svolgeranno per la prima volta nella storia in un periodo diverso rispetto a quello che è la tradizione di manifestazione iridata, ossia in estate. L’edizione 2022 si svolge nel Qatar in autunno, dal 20 novembre fino al 18 dicembre, giorno della finalissima. L’assegnazione al paese arabo avvenuta dieci anni fa, ha molto fatto discutere l’opinione pubblica di tutto il mondo specialmente quando si è messa in moto la macchina organizzativa della Fifa con la costruzione degli impianti sportivi che ospitano le 64 partite dell’evento. In merito a ciò, proprio alla vigilia del mondiale, è la chiesa tedesca che rilancia mettendo a fuoco quelle che sono state le accuse rivolte da più parti agli organizzatori dell’evento calcistico in merito allo sfruttamento ed alla violazione dei diritti umani.

La Chiesa tedesca lo fa attraverso una suora filippina, attivista nelle battaglie per il rispetto dei diritti umani, suor Mary John Mananzan. La campagna contro i mondiali in Qatar avviata dalla religiosa, mette in evidenza le oltre seimila e cinquecento morti avvenute negli ultimi dieci anni tra i lavoratori immigrati impiegati nella costruzione degli stadi e fatti lavorare anche sotto un sole che picchiava fino a sfiorare i cinquanta gradi. Il giornale inglese del Guardian che sta seguendo la campagna di suor Mary, parla di lavoratori provenienti da vari paesi tra cui l’India, Pakistan Sri Lanka, Bangladesh. Specialmente nella Capitale dello Stato del Qatar, a Doha, si è consumata una vera e propria carneficina con situazioni gravissime di sfruttamento che sfiorano veramente l’assurda ed anacronistica forma di schiavismo umano.

Sabato, prima dell’imminente fischio di inizio del mondiale, abbiamo assistito alla conferenza stampa del presidente Fifa Gianni Infantino, che ha voluto coprire tutte le polemiche e soprattutto le denunce di sfruttamento umano che hanno accompagnato fino a ieri l’evento, con un ragionamento davvero molto difficile da comprendere e totalmente sconnesso dalla questione in oggetto. Il presidente Fifa ha parlato della sua esperienza personale, proveniente da una famiglia di origine italiana che è emigrata all’estero. Quindi ha fatto sfoggio del suo orgoglio di essere migrante ( dimenticando di dire non povero e non sfruttato) facendo un incomprensibile passaggio sulla sua inclinazione sessuale, sentendo il bisogno forse di accreditarsi un po’ di simpatia nella società anti-morale, affermando di essere gay. E se gay è una parola inglese che significa felice, noi pensiamo che Infantino lo sia molto più da un punto di vista sociale ed economico, rispetto piuttosto alla sua condizione di gusto sessuale contro natura.

Questo mondiale ha mosso alla massima organizzazione calcistica del pianeta un bel flusso di denaro. I petroldollari hanno fatto dimenticare infatti i numerosi operai vittime delle condizioni disumane del lavoro che è servito per presentare l’evento agli occhi del mondo. Oltre seimila morti il sacrificio ed il prezzo pagato per lo spettacolo che andrà in scena e che durerà fino a pochi giorni prima del Santissimo Natale. Come Vespasiano ebbe bene a dire a suo figlio Tito, il quale rimproverava il padre per la tassa messa sull’urina delle latrine, allo stesso modo diciamo noi al presidente Infantino: Pecunia non olet.

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