di Luigi Cortese (foto Twitter)
557mila Euro, questa sarebbe la cifra che le Coop, che fanno capo ai familiari del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Aboubakar Soumahoro, si sarebbero aggiudicate, secondo le ricostruzioni della stampa nazionale, con progetti finanziati dalla Regione Lazio, per l’accoglienza dei migranti ucraini, le stesse cooperative che nei giorni scorsi sono finite nel battage mediatico per le denunce di alcuni ospiti delle strutture da loro gestite.
Parliamo della coop Karibu, di cui è presidente la suocera di Soumahoro, presentatrice del progetto I.C.A.R.U.S. “Interventi per la capillare accoglienza dei rifugiati ucraini e per l’inclusione socio-lavorativa” per un totale di 259mila Euro, e l’AID (Agenzia per l’Inclusione e i diritti), di cui è presidente la cognata, presentatrice del progetto B.U.S.SO.LA. “Bisogni degli ucraini per il sostegno socio-lavorativo” per un totale di 298mila Euro. Entrambi i progetti sarebbero stati approvati definitivamente il 3 giugno scorso con una determinazione dell’Ente Regione Lazio, allora presieduto dall’on. Zingaretti.
Ribadendo che il deputato Soumahoro non risulta tra gli indagati, in quanto non ha mai avuto incarichi nelle due cooperative, sarebbe interessante capire se era a conoscenza o meno di quanto succedeva nella sede delle stesse, visto che ne condivideva gli uffici con il suo sindacato. Soumahoro nei giorni scorsi ha pubblicato un video dove, tra le lacrime, diceva di non essere a conoscenza delle attività della suocera e che la moglie era estranea in quanto disoccupata; ricostruzione che stride con il tenore di vita mostrato dalla moglie sui social, dove ha postato foto con abiti ed accessori di alta moda, ed ancora di più se prendiamo in considerazione la testimonianza riportata sulle pagine de Il Tempo, oggi in edicola, dove un fantomatico “Marco”, nome di fantasia, racconta che il deputato andava alla sede della Karibu per consegnare la spesa agli ospiti.