di Thiago Silva (corrispondente dal Brasile)

Martedì 22, il Partito Liberale, che ospita il presidente Bolsonaro, ha intentato una causa presso il Tribunale Elettorale chiedendo l’annullamento dei voti di oltre 250.000 urne elettroniche vecchie e non verificabili utilizzate nelle elezioni di quest’anno. Secondo il partito, che si è basato su verifiche serie e prove schiaccianti, invalidando i voti contenuti in queste urne il risultato finale delle elezioni sarebbe favorevole all’attuale presidente Jair Bolsonaro.

Secondo questa verifica del Partito effettuata su urne verificabili, cioè di modelli più recenti, Bolsonaro avrebbe ricevuto il 51,05% dei voti e non il 49,1% come annunciato ufficialmente.

Dopo aver divulgato l’audit e inviato una richiesta al tribunale elettorale per annullare i voti di quelle oltre 250.000 urne, il ministro Alexandre de Moraes, che presiede questo tribunale, ha emesso una nota ordinando al partito di presentare, entro 24 ore, anche relazioni al primo turno, poiché in entrambi i turni sono state utilizzate le urne contese dal partito.

In ottemperanza alla determinazione del ministro, il partito ha dichiarato: “Abbiamo scelto l’opzione di richiedere una verifica straordinaria al secondo turno, perché comprendiamo che per trasparenza e necessità di un giusto processo e della piena difesa delle persone coinvolte, sarebbe impossibile far sì che tutte le persone eventualmente colpite da un decisione della Corte vengono agli atti e si manifestano”.

Moraes, non soddisfatto della risposta e con una sindrome di potere scatenata, ha negato la richiesta di annullamento dei voti e ha addirittura multato il partito di quasi 23 milioni di R$ (circa 5 milioni di US$ alle quotazioni attuali). Ebbene, proprio in questa azione e reazione, vediamo che la situazione è grave e che è ben lungi dall’avere una fine rapida e amichevole.

Questa è stata anche la prova che la classe politica non salverà la nazione dal suo tragico futuro, poiché gli interessi personali vengono prima di tutto per queste persone. Questo spiega perché la popolazione brasiliana chiede aiuto alle Forze Armate e non al Congresso. Il risultato di tutto questo lo possiamo vedere nelle strade e davanti alla Caserma, dove migliaia di persone, dai bambini agli anziani, si affollano da 24 giorni senza sosta. La gente sa che solo i militari possono risolvere la situazione e agire al centro del problema, cioè davanti alle Corti Supreme brasiliane.

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