di Luigi Cortese
“Inammissibili e non fondate”: questo sarebbe il giudizio della consulta sulle questioni poste dai cinque uffici giudiziari sull’obbligo alla vaccinazione anti-covid.
E’ salvo l’obbligo vaccinale dunque. Si, la Corte Costituzionale ha messo la parola fine alla querelle giudiziaria aperta sull’introduzione, da parte del Governo Draghi nel 2021, per gli over 50 ed alcune categorie professionali.
“Non sproporzionato l’obbligo per il personale sanitario”: la Corte con queste parole salva le scelte, adottate in periodo di pandemia, sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. Mentre sarebbero infondate le ragioni delle questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso.
Questo è quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze.
La questione dell’obbligo vaccinale è anche direttamente collegata alla montagna di sanzioni, che sfiorano i due milioni, che da oggi scattano ufficialmente per chi non ha ottemperato all’obbligo vaccinale. Infatti, per l’ironia della sorte, proprio oggi scadono i 180 giorni a disposizione da parte di professori, operatori sanitari, forze dell’ordine ed over 50 per gustificare il mancato adempimento dell’obbligo.
L’obbligo vaccinale è stato deciso dal Governo Draghi per, da quanto dichiarato, fermare il virus. Oggi è noto che il vaccino non ferma il virus, in quanto un vaccinato può sia infettarsi che infettare. Quindi molti italiani hanno deciso di non iniettarsi quello che, secondo molte dichiarazioni, era un “siero genico sperimentale”. La decisione della consulta va a confermare un vulnus giuridico che ha creato cittadini di serie a e di serie b, andando a precludere anche il diritto al lavoro, diritto fondamentale della carta costituzionale, nel nome del vaccino anti covid.