di Luigi Cortese

Approda alla Commissione Europea la proposta di un regolamento che faccia chiarezza giuridica univoca consentendo a tutte le famiglie arcobaleno di essere considerati allo stesso modo all’interno dei paesi membri dell’Unione Europea.

In pratica le coppie composte da persone dello stesso sesso dovranno essere considerati genitori in tutti i paesi, andando ad azzerare un vulnus legislativo che tende ad armonizzare il diritto internazionale sulla genitorialità. Bruxelles spiega che la proposta è “incentrata sull’interesse e sui diritti del bambino”.

Precisiamo che per “regolamento europeo” si intende una legge direttamente applicabile in tutti gli Stati Membri. Questo regolamento si basa sul concetto che se una persona è genitore in uno Stato deve esserlo in tutti, a prescindere dal tipo di famiglia o da come è stato concepito il figlio.

Ursula Von der Leyen ha dichiarato, con un Twit, “Orgogliosa delle nuove norme che presentiamo oggi sul riconoscimento della genitorialità nell’Ue. Vogliamo aiutare tutte le famiglie e i bambini in situazioni transfrontaliere: perché se si è genitori in un Paese, lo si è in tutti i Paesi”

Se questo regolamento venisse approvato nessuno stato membro potrà esimersi dal registrare il riconoscimento della genitorialità, infatti Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia, ha spiegato che “nella proposta di regolamento presentata oggi rendiamo molto chiaro che il riconoscimento della genitorialità, in un altro Stato membro dell’Ue, non può essere rifiutato solo perché i genitori sono una coppia dello stesso sesso”.

Questo regolamento europeo punta a far accettare senza contraddittorio l’istituzione delle famiglie arcobaleno in tutto il territorio dell’Unione Europea. Così facendo l’Unione sta imponendo a tutti gli stati il riconoscimento delle famiglie arcobaleno, praticamente un intrusione nella politica interna di stati sovrani.

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