di Gloria Callarelli

Quanto accaduto in una scuola media di Cremona, dove dei tredicenni si sono sentiti male dopo aver visto un film dell’orrore a scuola, conferma, nel micro, lo spaesamento di una società incapace sempre più di discernere tra Bene e Male, laddove Bene e Male sono concetti profondi naturalmente, indiscutibilmente spirituali, che se conosciuti nella loro radice profonda, e non lasciati solo alla loro pura astrazione, potrebbero portare a fare le scelte più appropriate. Invece no: senza il coraggio dei riferimenti e senza i riferimenti stessi, come esseri umani ci riscopriamo, sempre, fragili, vittime di ciò che ci circonda e ci bombarda mediaticamente. Rischiando di ferire anche i più innocenti. Del resto la degenerazione di un popolo, di una cultura, passa dai modelli proposti e dalla difficoltà degli adulti di imporre valori sani, positivi, giusti.

Il film horror proposto nell’istituto della città lombarda per “coprire” l’ora buca (che solo a leggere la trama fa torcere le budella per il ribrezzo e fa venire voglia di prendere il televisore e buttarlo per la rabbia) è il manifesto del vuoto odierno, della crudeltà a buon mercato, dell’odore del sangue, del male perpetrato anche con l’inganno, sotto le mentite spoglie di un pagliaccio, che è la figura in cui ci appare il protagonista. Un’escamotage che nasconde ammazzamenti, volgarità, degrado umano. Solo tanto squallore in cui ovviamente è contenuto un repertorio infernale che ha come obiettivo naturalmente quello di entrare nelle menti dei nostri ragazzi e lì imprimersi, fissarsi. E non a caso i giovanissimi fruitori del film, non ancora sufficientemente preparati all’estremismo cinematografico, si sono poi sentiti male. Perchè l’horror è questo: aprire le porte a ciò che è male, appunto, e lasciare delle cicatrici. Alzi la mano chi da giovanissimo non ha mai avuto paura del buio subito dopo aver visto un film dell’orrore. O chi non abbia conosciuto la festa infernale di Halloween dopo aver visto un qualche sottoprodotto commerciale cinematografico che rimandi alla data satanico-pagana. E qui sta il peccato: assecondare i capricci delle nostre giovani generazioni (minorenni!) e lasciarli spesso in balìa del pericolo senza aiutarli a discernere. La cultura odierna da anni è incapace di trasmettere ideali, ormai sostituiti da logiche ideologiche marchiate in serie. Magari tendenti, appunto, a quanto di più basso sia possibile, se appartenente agli inferi, poi, è anche meglio. E’ la società “horror” senza Dio. E non c’è spazio per ciò che è gradevole, ma solo per ciò che di negativo appartiene al mondo. Non riusciamo più a proporre il bello, a farlo amare alle nuove generazioni, a dire “no” ai disvalori e alla spazzatura che questa società iperegoista propone. La nostra società è schiava.

Dulcis in fundo, tutto ciò che è industria dell’intrattenimento, non dimentichiamolo, appartiene alla macchina mondialista che avversa una visione del mondo valoriale, figurarsi cristiana. E’ così, in un modo o nell’altro. Le eccezioni sono fuori dalle logiche del business e vengono ostracizzate. Dunque, ancora di più. Il nostro compito è anche questo: proporre il Bello, il Bene. Riappropriarci della cultura, di ciò che è alto. Essere educatori, essere esempio per i nostri giovani. Proporre proposte (scusate il gioco di parole) elevate, sane. Elevare lo spirito dalle cose del mondo è un mezzo per poter arrivare alla salvezza della nostra anima e a quella dei nostri giovani. Tutto il resto è un guscio orripilante, vuoto, che non dà nulla se non la sensazione sgradevole, quella sì, di essere precipitanti in un incubo. Un inganno, in realtà: la vita è il dono più bello che ci è stato fatto. Basta solo saperlo apprezzare. Solo noi possiamo decidere come viverla: se immersi nell’incubo o se, piuttosto, immersi in uno stato di serenità profondo. Per riuscirci a volte basta poco: spegnere la tv, ad esempio, accompagnare i giovani nella crescita donando loro la fede e l’amore, può essere già sufficiente.

Fonte: https://www.imolaoggi.it/2022/12/07/cremona-proiettato-film-horror-in-scuola-media-malori-in-aula/ 

 

 

 

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