di Luigi Cortese (foto Facebook)
Gergely Gulyás, capo di gabinetto del Premier Ungherese Victor Orban, e Zsolt Hernádi, amministratore delegato della compagnia petrolifera e del gas ungherese MOL, in una conferenza stampa congiunta avrebbero comunicato il taglio del blocco del prezzo dei carburanti, esistente in Ungheria ormai da 1 anno.
Il motivo di questa decisione viene dalla mancanza delle importazioni russe visto le sanzioni applicate dall’Unione Europea. L’Ungheria garantiva ai suoi cittadini il prezzo bloccato a 480 fiorini, ora il prezzo potrebbe alzarsi fino a 700 fiorini al litro.
Gulyás avrebbe affermato che, a causa delle nuove sanzioni, negli ultimi giorni si avrebbero avute delle interruzioni nella fornitura di carburante dell’Ungheria. La compagnia petrolifera MOL, avrebbe informato, il ministro dell’Energia, di non poter trovareuna soluzione al problema senza ricorrere alle importazioni, il governo avrebbe chiesto alla stessa di ricorrere anche all’importazione di carburante dal più costoso petrolio Brent.
Questa è una delle prime reazioni alle sanzioni decise dai burocrati di Bruxelles. Questa situazione molto presto sarà comune a tutti i paesi d’Europa, e, per ora, i politici europei non sembrano pronti a dare una risposta efficace. La politica di chiusura verso la Russia, dettata dalla Nato a guida Statunitense, porterà all’incrementare di una crisi sociale ed economica che stringe ormai il vecchio continente. Bisogna rendersi conto che gli unici a guadagnare dalle sanzioni alal Russia sono gli Stati Uniti con l’esportazione dei prodotti petroliferi.