di Luigi Cortese

La Flat Tax, o per usare un termine più sovranista “tassa piatta”, è una misura tanto cara agli alleati del Premier Meloni. Rispetto alla propaganda elettorale c’è un elemento in più: infatti la norma proposta è la Flat Tax Incrementale, in poche parole si tratterà di una tassa sull’incremento del reddito rispetto al massimo raggiunto nel triennio precedente. Misura presentata dalla Premier come virtuosa e con un limitato impatto sulle casse dello stato.

Come funziona la flat tax incrementale?
La proposta applica il sistema di aliquota unica al solo incremento del reddito da un anno all’altro, con riferimento al triennio precedente. Per esempio: se due contribuenti diversi si ritrovassero in questa situazione

  • contribuente a:
    ◦ nel 2020 si è guadagnato 18mila euro, nel 2021 20mila e nel 2022 il suo reddito raggiunge 22mila euro
  • contribuente b:
    ◦ ha un reddito costante di 18mila euro all’anno.

Con il sistema fiscale attuale, entrambi pagheranno le tasse nel secondo scaglione Irpef, al 25%. Mentre con la Flat Tax Incrementale, invece, il contribuente “b” continuerà a pagare l’Irpef al 25%, mentre il contribuente “a” pagherà il 25% sul reddito, salvo per la sua quota di crescita: su quei 2mila euro di differenza da un anno all’altro pagherà solo il 15%.

Il primo problema di questa norma sarà la “disparità” che, come vista in precedenza, pone due contribuenti in una situazione di disparità di trattamento. Ma il pericolo maggiore lo si avrà nel caso due contribuenti partecipino ad una gara d’appalto. Chi dei due ha un reddito al di sotto della soglia di Flat Tax potrà effettuare un maggiore ribasso creando così un illecito vantaggio sulla concorrenza.

Il secondo problema, non trascurabile, sarà sulla “progressività”, principio cardine del sistema tributario previsto dall’art. 53 della Costituzione. Infatti l’articolo recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.”

Si tratta di un principio cardine della Costituzione. Introdotto per garantire i diritti sociali a tutti, a partire da chi ne ha più bisogno, è necessario porre un dovere di solidarietà che chiede di meno a chi ha di meno e di più a chi ha di più. Questo è il criterio di progressività, che mira alla redistribuzione della ricchezza e al finanziamento dei servizi pubblici, e che si fonda sull’idea che il sacrificio di una quota di reddito è tanto più accettabile quanto più aumenta la ricchezza, perché non incide sui bisogni. In altre parole, il 23% di imposta sulle persone fisiche prevista per lo scaglione più basso comporta per i cittadini più poveri un sacrificio paragonabile al contributo, percentualmente più alto, richiesto a chi ha redditi più alti.

L’idea della Flat Tax Incrementale secondo il Premier, Giorgia Meloni, è un modo per “premiare” i più meritevoli. Ma porta alcuni problemi:

  1. non basta l’impegno per aumentare il proprio reddito. Se la fortuna aiuta gli audaci è pur vero che gli audaci lo sono spesso per loro fortuna (meno che per merito): formazione, conoscenze, titoli, opportunità sono variabili che derivano soprattutto da una rete di protezione familiare e di classe su cui sono normalmente i più ricchi a poter contare;
  2. l’arricchimento personale non comporta necessariamente una crescita sociale. L’appropriazione, la scalata, l’incremento di reddito possono essere (e spesso sono) miglioramenti egoistici, e in certi casi, perfino, possono danneggiare la società. Il venditore che smercia prodotti scadenti, l’imprenditore che riduce gli stipendi, l’avvocato che spinge i clienti a imbarcarsi in cause pretestuose e querele temerarie sono tutti esempi di professionisti che incrementano il proprio reddito a danno del benessere (e talvolta anche del reddito) di altri. E che su quell’incremento pagherebbero una tassa piatta, ridotta, a propria convenienza.

Certamente la maggior parte dei piccoli imprenditori sono persone serie e lavoratori indefessi, ma non possiamo certamente chiudere gli occhi davanti ad una quota di persone che non disdegnerebbe di “frodare” il fisco con artifizi per abbassare il proprio reddito e rientrare nell’appetibile Flat Tax. Oltre al fatto che si andrà a creare una differenza tra persone dello stesso piano sociale, per esempio un dipendente non potrà usufruire della Flat Tax e andrebbe a pagare secondo quel famoso sistema di progressività che prevede la costituzione. Per questo motivo se si vuol applicare la Flat Tax dev’essere per tutti e non per una piccola quota di contribuenti.

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