di Thiago Silva (inviato dal Brasile)
Le proteste contro la dubbia elezione di Lula da Silva hanno superato il mese. Migliaia di persone sono accampate davanti ai quartieri generali dell’esercito in diverse città del Paese. Nella capitale Brasilia, la più grande concentrazione di manifestanti in Brasile, arrivano sempre nuovi sostenitori.
La richiesta dei manifestanti è unanime: un intervento militare nello scenario politico del Paese. Tra la folla si vedono diversi manifesti con frasi come “Il Brasile è stato derubato”, “Giustizia corrotta” e “Non censuratemi” in portoghese e inglese. Anche gli indigeni, di varie etnie, si sono uniti ai manifestanti nelle ultime settimane. Le prove dei brogli elettorali sono inconfutabili, sono state fatte molte verifiche sul risultato finale delle elezioni utilizzando i dati della stessa Corte elettorale, resi disponibili sul suo sito ufficiale. In tutte queste analisi il risultato sembra essere lo stesso: c’è stato un cambiamento.
Gli stessi militari brasiliani, che hanno monitorato e lavorato durante le elezioni attraverso la squadra di tecnici delle Forze Armate, non hanno escluso l’esistenza di frodi o incongruenze nelle urne elettroniche. Tuttavia, il rapporto stilato dalle Forze armate non è stato altrettanto completo a causa delle limitazioni imposte dalla Corte elettorale durante l’ispezione. Anche il Partito Liberale, del presidente Jair Bolsonaro, ha condotto un audit privato che ha riscontrato problemi in più di 250.000 urne dei modelli precedenti al 2020. Il partito ha chiesto alla Corte elettorale di rivedere queste urne e di annullare i voti in esse contenuti, il che porterebbe alla vittoria elettorale di Bolsonaro con il 51% dei voti validi. Tuttavia, la richiesta è stata respinta dal ministro Alexandre de Moraes, che ha anche ordinato al Partito di pagare una multa di oltre 23 milioni di reais. Un’altra analisi delle urne è stata condotta da un gruppo di esperti e giornalisti argentini guidati da Fernando Cerimedo, del sito web La Derecha Diario. Durante le indagini sono state riscontrate “anomalie” nelle urne del primo e del secondo turno delle elezioni. Cerimedo ha utilizzato i dati messi a disposizione dal Tribunale elettorale brasiliano sul suo sito ufficiale e ha pubblicato la documentazione raccolta, insieme alle istruzioni, in modo che altri specialisti potessero fare la stessa analisi. Anche di fronte ai fatti presentati, la “giustizia” elettorale brasiliana non ha fatto altro che negare le informazioni e cercare di offuscare la credibilità degli esperti stranieri.
Vale la pena notare che i brogli elettorali in Brasile non sarebbero recenti ma iniziati nel 2018. All’epoca, dopo la vittoria di Bolsonaro, fu condotta un’inchiesta dalla Polizia federale per indagare sulle irregolarità nei risultati elettorali, perché il presidente avrebbe dovuto essere eletto al primo turno e non al secondo come era accaduto. Questa indagine, come molte altre, è stata archiviata dai tribunali del Paese.
Il noto professore e storico brasiliano Wander Pugliesi, che è stato anche un militare dell’Academia Militar das Agulhas Negras (AMAN) ha espresso la sua opinione sui fatti evidenziati e ci ha fatto un breve riassunto della situazione vissuta nel Paese: “Dal 2015 Bolsonaro ha iniziato a subire la persecuzione dei media mainstream brasiliani, è stato eletto nel 2018 dopo essere sopravvissuto a un attentato in quanto la sua vittoria era certa. C’era una richiesta all’interno del popolo brasiliano, stanco di tanti crimini di lesa-patria, di una leadership nazionalista e onesta. Ogni tipo di calunnia, diffamazione e tradimento è stato architettato contro tutte le azioni del governo di Bolsonaro. Tuttavia, nonostante tutto, la popolarità del Presidente non fece che crescere. Importanti azioni di rilancio dell’economia e delle aziende statali hanno sostenuto la sua popolarità. Le elezioni sono arrivate, Bolsonaro ha ottenuto la maggioranza al Congresso e nei principali Stati, ma curiosamente la decisione è stata spinta al secondo turno. Dopo una campagna elettorale sabotata dal Tribunale Superiore Elettorale e dal Tribunale Supremo Federale con crimini contro la Costituzione e persecuzioni, arresti, divieti di libertà di parola dei seguaci del Presidente, tra cui deputati e giornalisti, dopo aver impedito decine di migliaia di inserimenti della propaganda elettorale del Presidente in decine di stazioni radiofoniche, tra le altre assurdità, hanno dato la vittoria a Lula, un candidato che non può uscire per strada in nessun luogo dell’intero Paese. La frode è grottesca. Milioni di brasiliani hanno deciso di resistere alle porte delle caserme in tutto il Paese. Siamo sicuri che verrà fatto qualcosa, nel rispetto della legge.”, ha detto il professore.
La situazione nel Paese è tesa, dall’interno delle caserme o dai vertici del governo non si sente nulla e un silenzio enigmatico e angosciante incombe sull’intera nazione. La nomina di Lula come presidente, prevista per oggi, 12 dicembre, promette di rendere la situazione ancora più caotica e preoccupante in termini di sicurezza e sovranità nazionale. Come ha detto il professor Pugliesi, tutti aspettano una misura costituzionale, presa dai militari o dal presidente Bolsonaro, per ripristinare l’ordine nazionale e l’armonia tra i poteri della Repubblica. Finché questo non accade, il Brasile vive i suoi giorni di instabilità e indecisione, quindi possiamo solo aspettare i prossimi capitoli di questa triste storia.