di Luigi Cortese

Il Kosovo ha presentato la sua richiesta di entrare ufficialmente nell’Unione Europea. Albin Kurti, presidente del Kosovo, si è recato a Praga per presentare ufficialmente la sua richiesta di adesione, la Repubblica Ceca detiene, fino a fine anno, la presidenza di turno dell’Unione Europea. Kurti incontrando i giornalisti, al termine della cerimonia, ha parlato di “giornata storica per il popolo del Kosovo, e di giornata straordinaria per la democrazia”.

C’è da precisare che la domanda presentata è solo l’inizio del lungo cammino per arrivare all’accettazione, il paese dovrà certificare l’adesione del Paese agli standard comunitari, a livello economico, politico, di giustizia sociale e di diritti umani. I precedenti non sono certamente confortanti, ricordiamo l’impegno iniziale di Ankara e la discussione sulla convalida dei diversi capitoli negoziali.

Le reazione di Belgrado non si sono fatte attendere, ricordiamo che la Serbia non ha mai riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, che ritiene ancora essere una provincia serba. Oltre alla Serbia anche paesi membri dell’Unione Europea, Spagna, Grecia, Romania, Cipro e Slovacchia non hanno riconosciuto la sua indipendenza, e questo rende l’iter della domanda di adesione di Pristina lungo e tortuoso, che difficilmente arriverà ad una soluzione favorevole.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic, ha commentato la cosa dichiarando che questo calpesta l’accordo di Washington e viola l’articolo 49 del Trattato dell’Unione Europea in cui si dice che condizione per chiedere l’ammissione alla Ue è essere uno stato europeo universalmente riconosciuto, e non è il caso del Kosovo.

Oggi il presidente Vucic si trovava ad un valico di frontiera con il presidente dell’Ungheria, Katalin Novac, per affrontare il problema della rotta balcanica dei migranti, alla domanda dei giornalisti sulla questione della richiesta del Kosovo ha risposto “Non so con quale criterio si valuta il fatto se si tratti di uno stato o meno”.

Il solo fatto che l’Unione Europea abbia accettato la presentazione della domanda di adesione del Kosovo, mette in serio pericolo la stabilità geopolitica dei balcani, la situazione, come abbiamo già ripreso più volte, è instabile e i rapporti tra Prisitna e Belgrado sono molto tesi. L’atteggiamento dell’Unione Europea mette altre questioni delicate sul tavolo, poi, come detto dal Presidente Vucic, il Trattato dell’Unione parla chiaro il paese che fa richiesta di adesione dev’essere universalmente riconosciuto e, come già detto, non è il caso del Kosovo. Quindi si può presumere che questo miri a alzare i toni dello scontro a due passi dal nostro paese, in pieno stile “rivoluzioni colorate” tanto amate dagli Stati Uniti.

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