di Gabriele Manfrè

1830. Inizia la corsa francese alle colonie africane, inizio sancito dalla guerra con l’Algeria, terminata nel 1895 con l’occupazione di quasi tutta l’Africa centro occidentale. Queste terre occupate, ovvero Costa D’Avorio, Senegal, Benin, Guinea, Mali e qualche anno dopo anche Niger, Mauritania ed Alto Volta (quest’ultimo cambiò successivamente nome in Burkina Faso dopo l’avvento di Thomas Sankara nella metà degli anni 90) presero tutte il nome di Africa Occidentale Francese. Successivamente, nel 1910, furono colonizzate anche Gabon, la Repubblica del Congo ed il Ciad, prendendo il nome di Africa Equatoriale.

Queste colonie vengono suddivise in 2 blocchi perchè la Francia stampa la moneta a queste 14 nazioni, ovvero il Franco CFA (colonie francesi d’Africa), di due diversi tipi: per le colonie conquistate nel 1895 stampa il Franco CFA WAEMU (unione economica e monetaria ovest-africana), per le altre il Franco CFA CEMAC (comunità economica e monetaria dell’Africa centrale). A queste si aggiungono le Isole Comore che utilizzano il Franco Comores, anch’esso collegato alla Francia. Questi quindici stati danno vita alla famosa Zona Franca.

La storia del Franco CFA inizia dopo la Grande Guerra: con l’insurrezione algerina, i francesi temevano rivolte in tutte le loro colonie, pertanto diedero vita al ministro della Cooperazione. Utilizzando questa carica ministeriale costrinsero le colonie Francesi alla “cooperazione”: in poche parole, con il sostegno di presidenti Africani “compiacenti” centralizzarono le ricchezze del continente nero in Francia, costituendo questa moneta, divisa in due blocchi, gestiti da due enti differenti, per l’appunto WAEMU e CEMAC, rendendo inconvertibili bilateralmente le monete. Se una persona collocata nel blocco dell’Africa occidentale Francese volesse spostarsi nell’Equatoriale, essa è costretta a convertire i suoi soldi in Euro e la banca centrale Francese li riconverte nel Franco della nazione ospitante, quindi sostanzialmente questi soldi si disperdono quasi tutti nelle banche Francesi, nonostante tutti i Franchi vengano stampati in Francia.

Tutto questo processo di convertibilità viene reso possibile dal Trèsor public, struttura che sostanzialmente sostituisce le banche Africane nel controllo del flusso del cambio tra Franchi; inoltre gestisce l’emanazione della moneta in Africa. Il progetto deleterio dell’inserimento del Franco CFA fu possibile nel momento stesso in cui la banca centrale senegalese fu fatta fallire perchè venne subito rimpiazzata dalla banca centrale centroafricana ed espansa in tutti i territori occupati. Banca che, ovviamente, è gestita dalla Francia. La Francia con il ricatto della nuova banca senegalese impose tre regole alle colonie: divieto di industrializzazione, fornitura di materie prime esclusivamente alla Francia; sottomissione totale dell’ import e dell’export delle zone occupate; ed infine il controllo esclusivo della quantità dell’export verso terzi.

Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale la Francia alzò il valore del Franco CFA fino al superamento del Franco in modo tale da costringere le nazioni africane a comprare esclusivamente dalla Francia poichè non potevano permettersi acquisti altrove. Rimpolpando così le casse svuotate dal conflitto.

La nazione europea, avendo negli anni preso totalmente il controllo della sovranità monetaria delle colonie, costringe i territori sottomessi a produrre un surplus di qualsiasi cosa, in modo tale da poter prendere praticamente gratis tutto ciò che vogliono. I pagamenti con Paesi non appartenenti all’area del CFA vengono effettuati in Euro attraverso la borsa valori Francese: una qualsiasi di queste 15 nazioni che deve ricevere un incasso da parte di nazioni non appartenenti alle colonie, è costretto a versare i soldi in un conto apposito della banca centrale Francese, ed essa converte tutto in Euro, tassa, e spedisce tutto al reale proprietario.

Processo simile accade con l’oro che, nonostante le continue negazioni dei governi Francesi, verrebbe quasi tutto stoccato da Parigi nelle sue banche: naturale supporre che controllino anche tutto il processo di diversi minerali come lo zinco e l’uranio, acquistandoli a prezzi stracciati, senza dover cambiare la valuta, generando così un guadagno esorbitante.

Tutto ciò elencato è stato possibile con i politici fantocci messi al potere dai francesi e tutti, sottolineo tutti, coloro abbiano provato a divincolarsi dalla zavorra CFA sono stati schiacciati. Tutti tranne la Guinea degli anni ’60 ove il presidente Tourè interruppe la cooperazioni. In quell’occasione i francesi immisero nelle banche Guineane tonnellate di monete false, portando l’inflazione alle stelle e ad un collasso irreparabile della loro economia. O il Mali che fu costretto all’isolamento da parte degli altri stati CFA impedendogli di importare ed esportare nella zona Franca, isolandola fino al punto di dover tornare sui suoi passi. Dopo aver disintegrato le economie africane, Parigi, ha fatto dei prestiti con tassi di interesse folli facendo incappare i paesi in trappole di debito infinite. Desovranizzando le economie africane ha preso possesso anche di estrattori petroliferi e minerari non pagando adeguatamente il lavoro alle aziende, facendo svolgere lavori praticamente gratuiti

Per questo in Paesi come il Mali ad esempio non è mai assopito il sentimento anticoloniale: attraverso i social il Primo Ministro ad interim il colonnello Abdoulaye Maïga ha pubblicato un post dove afferma di: vietare, con effetto immediato, tutte le attività svolte dalle ONG che operano in Mali con finanziamenti o supporto materiale o tecnico dalla Francia.

Il Mali, che sembra essere al contempo in ottimi rapporti con la Russia, non è l’unico Paese in cui questo sentimento di insofferenza verso la Francia si sta rafforzando: Macron nei mesi scorsi è stato accolto molto freddamente e persino insultato dalla gente durante il suo viaggio in Algeria, ma anche Burkina Faso e Marocco sono nazioni in particolare ebollizione.

Negli anni furono tanti i personaggi divenuti celebri per l’opposizione a questo nuovo schiavismo cercando disperatamente la sovranità monetaria: Gheddafi, Sankara, Gagbo e tanti altri, tutti quanti accomunati da guerre atroci e assassinii da parte Francese. L’ Eliseo ha sempre risposto alle accuse di neo colonialismo dicendo che ha sempre stampato il Franco CFA per aiutare gli Africani che, a detta loro, senza la presenza di Parigi non sarebbero riusciti a stamparsi le monete. Toppa finale è stata la proposta di togliere il Franco CFA e sostituirlo con l’ECO, in poche parole la stessa cosa ma scritto in modo differente.

Ad oggi il politico Franco-Beninese Kemi Sebà ha raccolto l’eredità rivoluzionaria dei predecessori uccisi, creando la ONG Urgence Panafricanistes e combattendo quotidianamente contro la politica di Parigi, cercando di riottenere la sovranità monetaria privatagli.

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