di Luigi Cortese

Finiti i mondiali in Qatar, tra luci ed ombre di un’inchiesta di corruzione internazionale, siamo arrivati al Santo Natale. Giorni di festa ci aspettano tra un cenone, forse più sobrio, e un brindisi per augurarsi un 2023 migliore.

L’Italia si conferma ancora una volta una nazione “calciofila”: in piena crisi politica, sociale e, soprattutto, economica abbiamo assistito alla frenesia per i mondiali (invernali…) del Qatar dove, anche questa volta, la nazionale azzurra non si è qualificata, ma questo non ha fermato i nostri connazionali dal seguire tutte le partite, dai gironi alla finale, tifando per squadre straniere in base ai loro beniamini.

I Mondiali del Qatar sono al centro di uno scandalo di corruzione internazionale: gli emiri hanno minacciato l’Europa di chiudere le forniture del gas in risposta all’inchiesta; quindi dopo aver chiuso, volontariamente, i rapporti commerciali con la Russia ora li chiudiamo con un altro fornitore di gas. Le spese energetiche arriveranno alle stelle se gli emiri lo decideranno.
Ma questo poco importa al popolo che passata la sbornia dell’Argentina campione del Mondo, del Messi paragonato al cosiddetto dio del calcio Maradona e alla felicità per la sconfitta della globalista e kalergiana Francia ora pensa al cenone di Natale e a “cosa fare a capodanno”. Certamente festeggiare il nuovo anno con abbondanti brindisi è lecito, ma bisogna avere ben in mente che l’anno che verrà sarà certamente non migliore di questo 2022. C’è un conflitto nel cuore dell’Europa che viene finanziato e sostenuto da Usa ed Europa per non avere fine, c’è una situazione esplosiva nei Balcani che ci vede ancor più coinvolti visto la posizione geografica.

Ma questo per gli italiani non sembra essere un problema. Superata la sbornia di Capodanno ricomincia la Serie A: il 4 gennaio è la data del ritorno del calcio nazionale nelle vite degli italiani e quindi i problemi saranno risolti. Niente da fare l’Italia si conferma una nazione “calciofila”, non bastano inchieste nazionali ed internazionali che puntano il dito sulla diffusa corruzione interna ed esterna al mondo del pallone, non bastano i ricatti di ricchi e potenti emiri per chiudere le inchieste sui milioni di euro di corruzione, non bastano le bollette salate per far spegnere i riflettori sul pallone e sui 22 ricchi che gli corrono dietro.

Nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe si usava la locuzione latina “Panem et Circenses”, letteralmente “pane e (giochi) circensi”. Oggi, più di 2000 anni dopo, si potrebbe usare solo la parola Circenses: si perché vista la crisi economica e sociale molto probabilmente molti rinunceranno al pane pur di pagare la bolletta per poter accendere la tv e guardare 22 ricchi che rincorrono un pallone per 90 minuti.

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