di filoeo

Quando si parla di San Francesco d’Assisi e della sua chiamata particolare a vivere la radicalità del Vangelo, potrebbe sorgere il dubbio su chi abbia, lungo i secoli, interpretato meglio l’eredità spirituale del mistico poverello. Nell’alveo del cattolicesimo tradizionale, è una constatazione piuttosto pacifica e condivisa che il francescanesimo attualmente più fedele allo spirito originario sia rappresentato da quel ramo dei conventuali che oltre ai classici tre voti religiosi ne fanno un quarto, introdotto da San Massimiliano Kolbe e proposto, sin dalla fondazione, da Padre Stefano Manelli per la sua nuova congregazione dei Francescani dell’Immacolata: stiamo parlando del voto mariano.

Il voto più bello, quello mariano, perché apre alla dimensione della mistica sponsale, tanto cara allo stesso San Francesco, che ebbe accanto l’amorevolissima Santa Chiara, presenza angelica gemella e compagna nell’inabissamento del mistero della sponsalità tra lo Spirito Creatore e Maria Santissima. Oggi, il francescano perfetto, infatti, è quello che, ritiratosi dal mondo a favore della conversione del mondo, fa molto di più rispetto ai mille strombazzamenti pseudocarismatici che strizzano l’occhio al nuovo ecumenismo ecologista. E giganti come San Padre Pio da Pietrelcina o San Massimiliano Maria Kolbe ce lo insegnano con la loro immolazione d’amore durata un’intera vita.

Come è stato dimostrato ampiamente nei mesi successivi a quel 26 ottobre del 2019, giorno del primo atto pubblicizzato di culto alla Pachamama presso i Giardini Vaticani, la “demonessa andina” è entrata ufficialmente nel pantheon degli dèi vaticani, dando il suo “materno” placet riguardo alla poco successiva ondata pandemica, a patto che il Vaticano applaudisse con il suo buonismo omertoso di fronte alle prassi vacciniste della Planned Parenthood e delle aziende farmaceutiche abortiste. Tant’è vero che ora di monete commemorative sulla Pachamama ne continuano a stampare, giù dalle parti di Roma…

Insomma, ecco l’antico adagio Salus populi suprema lex esto in salsa ecosofistica, ovvero dogmaticamente deficiente della dimensione trascendentale dello Spirito Divino, il Quale, in verità, si trova sì nel mondo, ma non coincide panteisticamente con esso: Egli è lo Spirito di Verità, lo Spirito di Gesù che spira dal Padre al Corpo Mistico del Figlio, e viceversa, mantenendo in Atto la Creazione, in quanto è Quel “Signore” che “dà la vita”, che “dà Cristo”. Gira e rigira, la battaglia verte quasi sempre lì: a combattere l’edonistico culto del narcisismo dei sensi che si mette in adorazione del piacere fine a se stesso, che non è aperto alla gioia amorosa che felicita lasciandosi attrarre purissimamente e donandosi generosamente, come è nella natura, ovvero nell’essenza, dello Spirito Santo Dio.

L’economista Vaclav Klaus, ex Presidente della Repubblica Ceca, noto economista e studioso di temi ambientali, nel suo libro “Pianeta blu, non verde” così si esprime: “L’atteggiamento ambientalista nei confronti della natura è analogo a quello marxista nei confronti dell’economia. L’obiettivo è sostituire l’evoluzione libera e spontanea del mondo e dell’umanità con una pianificazione centrale”. E collocare San Francesco nell’alveo dell’esoterismo, proprio lui, che disse il suo “Fiat” alla chiamata del Signore Gesù: “Francesco, va’ e ripara la mia casa”, è proprio ridicolo, magari adducendo qualche scusa legata alle origini ebraiche della madre. Sirene, gente! Solo sirene! San Francesco ci aveva avvisati anche dal letto di morte riguardo ai tempi che avremmo vissuto:

“Fratelli agite con forza e fermezza in attesa del Signore. Un periodo di grandi tribolazioni e afflizioni in cui grandi pericoli e imbarazzi temporali e spirituali accadranno; la carità di molti si raffredderà e l’iniquità dei malvagi abbonderà. Il potere dei demoni sarà più grande del solito, la purezza immacolata della nostra comunità religiosa e altri saranno appassiti al punto che ben pochi fra i cristiani vorranno obbedire al vero sommo Pontefice e alla Chiesa Romana con un cuore sincero e perfetta carità. Nel momento decisivo di questa crisi, un personaggio non canonicamente eletto, elevato al soglio pontificio, si adopererà a propinare sagacemente a molti il veleno mortale del suo errore. Mentre gli scandali si moltiplicheranno, la nostra congregazione religiosa sarà divisa tra altre che saranno completamente distrutte, perché i loro membri non si opporranno, ma consentiranno all’errore. Ci saranno così tante e tali opinioni e divisioni tra la gente, e tra i religiosi e i chierici che, se quei giorni malefici non fossero abbreviati, come annunciato dal Vangelo, anche gli eletti cadrebbero nell’errore (se fosse possibile), se in tale uragano non fossero protetti dall’immensa misericordia di Dio. Così la nostra Regola e il nostro modo di vita saranno violentemente attaccati da alcuni. Delle tentazioni terribili sorgeranno. Coloro che supereranno la grande prova riceveranno la corona della vita. Guai a quelli tiepidi che metteranno ogni loro speranza nella vita religiosa, senza resistere saldamente alle tentazioni consentite per provare gli eletti. Coloro che nel fervore spirituale abbracceranno la pietà con la carità e zelo per la verità, subiranno persecuzioni e insulti come se fossero scismatici e disobbedienti. Perché i loro persecutori, spronati da spiriti maligni, diranno che in questo modo prestano grande onore a Dio nell’uccidere e rimuovere dalla terra degli uomini tanto cattivi. Allora il Signore sarà il rifugio degli afflitti e lui li salverà, perché hanno sperato in Lui. E poi per rispettare il loro Capo, agiranno secondo la Fede e sceglieranno di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, acquistando con la morte dalla vita eterna, non volendo conformarsi all’errore e alla perfidia, per assolutamente non temere la morte. Così alcuni predicatori terranno la verità in silenzio e negandola la calpesteranno. La santità di vita sarà derisa da coloro che la professano solo esteriormente e per questa ragione Nostro Signore Gesù Cristo invierà loro non un degno pastore, ma uno sterminatore.”
(Opera Omnia S. Francisci Assisiatis, col. 430 Paris Imp. Bibliothèque écclésiastique 1880)

Parole profetiche forti, ma vere. In particolar modo oggi, che l’evidenza è sotto gli occhi di tutti, almeno di chi vuol vedere.

Chi ancora non vede, chieda a San Francesco di essere segnato col segno del Tau, affinché poi l’Immacolata possa scrivere la Sua sigla tutta materna: “Scenderà solo, ratta come un Arcangelo, a scrivere, presso il segno del Tau, la sua sigla sulla fronte dei fedeli, dei salvati al Regno eterno. E fortezza e pace entrerà nei loro spiriti sotto il tocco della mano di Lei, Madre della Vita, Sorgente della Salute.”
(Maria Valtorta, “Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani”, Lezione III, 6 gennaio 1948)

Buon Avvento di Gesù, Ave Maria!

 

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