Il battaglione Azov va in visita ufficiale in Israele.

Ebbene si, il famigerato battaglione Azov, famoso per la sua ispirazione nazista e antisemita, è stato accolto dal calore d’Israele con una sua delegazione, come riportato tra l’altro, dal Jerusalem Post e qui in Italia da “Il Manifesto” (per ora una delle poche testate italiane che ne parla).

Una notizia che lascia stupito ancora qualcuno, ma che è la prova della sua vera funzione di un gruppo che molto probabilmente è stato identificato bonariamente come semplicemente “minoranza estremista che sta in tutti gli eserciti”.

È evidente sotto gli occhi di tutti che l’Ucraina ha avuto aiuti e finanziamenti non solo da tutti i membri NATO, ma anche da Israele e come consuetudine, mancava solo la visita onoraria per render gli onori a chi tra i primi, si è schierato con le classiche “giuste compagnie”.

Lo scopo del viaggio – come si è appreso da alcuni giornali locali – sarebbe quello di discutere con gli interlocutori israeliani di come stia andando la guerra e anche di smentire le accuse di neonazismo ed estremismo verso il battaglione.

La stampa israeliana (sicuramente imbarazzata da tale visita) ha pubblicato un fiume di dichiarazioni di analisti ed esperti, locali e internazionali, che si affannano a confermare il «cambiamento radicale» avvenuto nell’Azov nel passaggio da Battaglione a Reggimento.

In sostanza: abbiamo frainteso tutti in questi anni….e fu così che quelli che prima si vestivano di svastiche e rune pagane, adesso sono diventati semplici padri di famiglia che amano la libertà e lottano per la giustizia.

La colpa effettivamente è sempre stata nostra che abbiamo capito male.

“No, il Battaglione Azov non è un battaglione neonazista”- Enrico Mentana

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