di Gloria Callarelli
Nei giorni scorsi a Chieti abbiamo assistito al tentativo da parte della massoneria, attraverso l’organizzazione di un convegno, di appropriarsi in qualche modo della figura di San Francesco accantonando la sua grandezza all’interno della Chiesa Cattolica e con il chiaro obiettivo di riproporre la sua figura certamente in chiave modernista ed ecologista. Ovviamente una visione relativista del Santo, certamente limitata e funzionale alle tesi che quei gruppi vogliono veicolare.
Ma di San Francesco, in realtà, c’è poco da manipolare. Basta saper vedere. Il vero messaggio che il Santo di Assisi porta è solamente Cristo. E lo porta, forse, in tutti i modi in cui può essere portato. Lo porta con la croce sul suo corpo, nella sofferenza delle stimmate, lo porta con l’amore e la gratitudine manifestata per il Creato e gli uomini, lo porta parlando di famiglia con l’idea, geniale, di riprodurre la Natività. Infine lo porta con Maria.
Francesco nacque il 26 settembre 1182, secondogenito del mercante Pietro di Bernardone. Affascinato dai sogni cavallereschi, a 17 anni partecipa all’assalto sede del vicario imperiale. E’ sempre stato un condottiero, fu definito “Araldo di Cristo”. E con il coraggio del condottiero e forte nella fede è andato in Terra Santa con la convinzione di portare ai saraceni (quanta attualità) proprio il messaggio di Cristo. Una scelta coerente e dirompente, vissuta nella semplicità e nella carità, che lo ha consacrato a gigante rispetto alle miserie umane di quanti avevano giurato di difendere la terra di Cristo e che poi, invece, si sono lasciati contaminare da mammona e dalle teorie strampalate provenienti dall’Oriente. Teorie che hanno finito poi per annacquare il cristianesimo fino a portarlo, in qualche caso, anche a sfociare nello gnosticismo o, peggio, nel satanismo.
San Francesco tiene ben salde due osservazioni. L’obbedienza al Papa, e dunque a Roma, e, naturalmente, la fedeltà alla causa cristiana anche nelle Terre orientali. Si legge infatti nella prima regola: “…Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio (1Pt 2,13) e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, poiché, se uno non sarà rinato per acqua e Spirito Santo non può entrare nel regno di Dio (Gv 3,5)”.
Nella seconda regola, quella bollata, si legge: ” …Inoltre, impongo per obbedienza ai ministri che chiedano al signor Papa uno dei cardinali della santa Chiesa romana, il quale sia governatore, protettore e correttore di questa fraternità, [109] affinché, sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede (Cfr. Col 1,23) cattolica, osserviamo la povertà, I’umiltà e il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso. [109a] Pertanto a nessuno, in alcun modo, sia lecito di invalidare questo scritto della nostra conferma o di opporsi ad esso con audacia e temerarietà. Se poi qualcuno presumerà di tentarlo, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio onnipotente e dei suoi beati apostoli Pietro e Paolo. Dal Laterano, il 29 novembre (1223), anno ottavo del nostro pontificato”.
Impossibile pensare a un San Francesco come a qualcosa di diverso dalla realtà. Impossibile pensare a un paganesimo nelle sue opere e nei suoi scritti. Anche nel Cantico delle Creature San Francesco parla del Creato ma lo fa come ringraziamento a Dio, non certo con il messaggio panteistico-pagano del mondialismo di oggi che identifica la Madre Terra con un dio, costruendo così l’ennesimo idolo. Piaccia o no, Francesco rende con semplicità lode al Signore. Così come il presepe, che lui riprodusse per la prima volta a Greccio, è lode a Lui e alla Sacra Famiglia. Un concetto del quale forse solo oggi riusciamo a capire il messaggio rivoluzionario: in un mondo in cui anche i fondamentali vengono travisati e rovesciati per compiacere qualche lobby o teorie avulse, cercando di distruggere i valori e la tradizione, è la semplicità e la naturalità del presepe e della famiglia naturale, con la benedizione di Cristo, a rompere gli schemi.
Un messaggio straordinario che massoni e groppuscoli vari possono cercare di nascondere o contraffare, ma che non cancelleranno mai. Perché il vero rivoluzionario è sempre stato Gesù e i suoi Santi non fanno altro che ricordarcelo ogni giorno. E ringraziamo Dio perchè i massoni, nel goffo tentativo di intorbidire con queste iniziative quel gigante che è il Cristianesimo, e in particolar modo il Cattolicesimo, non fanno altro che ottenere l’effetto opposto confermando, una volta di più, l’onnipotenza eterna di Dio.