di Chris Baldelli
Finisce un anno veramente molto difficile per le relazioni tra le due Coree, ma anche per quanto riguarda il Giappone. Settimana scorsa la Corea di Kim Jong-Un ha lanciato due missili balistici verso il Mar Giapponese, così come conferma l’esercito sudcoreano; mente il Ministero della Difesa giapponese ha dichiarato che i missili hanno raggiunto un’altitudine di 550 Km e una gittata di 250 Km.
Il vice Ministro della Difesa giapponese, Toshiro Inove, ha affermato che questi missili sembrano essere atterrati al di là della zona economica esclusiva del Giappone e che non hanno ancora notizie sui danni che potrebbero aver causato. Questo evento arriva pochi giorni dopo che la Corea del Nord ha testato un motore a propellente solido a grande spinta, che molto probabilmente avrebbe dato un lancio più veloce dei missili, anche come tentativo di sviluppare una nuova arma strategica e andare avanti sui programmi nucleari. C’è da dire che nell’ultimo anno la Corea del Nord ha portato avanti un numero senza precedenti di test missilistici, compreso un missile balistico internazionale in grandi di raggiungere gli USA.
Venerdì scorso il Giappone ha mostrato un piano da 320 miliardi di dollari per rafforzare il proprio status militare, acquistare missili in grado di arrivare in Cina e prepararsi ad un ipotetico conflitto in corso. Questa spesa militare è la più grande dalla 2ª guerra mondiale ma per il governo giapponese sembra essere inevitabile vista l’escalation turbolenta in Oriente. Le stesse tensioni della Cina con Taiwan preoccupano il Sol Levante.
Intanto, il Ministero degli Esteri nordcoreano dice che il Giappone con la sua nuova strategia, ha formalizzato la “capacità di attacco preventivo”, che cambierà radicalmente il contesto di sicurezza in Asia Orientale e che il Giappone si prenderà presto conto ci aver preso una decisione sbagliata. Decisione, neanche a dirlo, avvallata dagli States.