di Gloria Callarelli

Siamo alla fine del 2022 eppure spesso capita, quando sono fuori casa o al lavoro, magari mentre sono al volante e guardo fuori dal finestrino, di vedere parecchie persone portare ancora la mascherina. Ovunque, anche nei luoghi meno impensati: in macchina, per strada. Vedo molti, in modo ossessivo, igienizzarsi le mani. Apprendo che occorre lo Spid per portare a termine alcune questioni burocratiche; vedo uffici in cui ancora non si può mettere piede se si è più di 3-4 e vedo persone, anche anziani, che attendono al freddo il loro turno. Leggo della giornata internazionale di preparazione alle pandemie istituita dall’Onu (sulla quale organizzazione un giorno scriveremo un articolo a parte), mi ricordo le parole di Bill Gates facile “profeta” che predisse l’era delle pandemie, penso alle campagne vaccinali che ripartono in tutto il mondo (abbiamo parlato in questa sede di Italia e Canada, ma senz’altro anche altrove), con fior di dosi e di milioni spesi per la sanità in tutta Europa. Sento il ministro della Salute che ci avvisa dell’imprevedibilità della pandemia, ascolto gli avvenimenti in Asia e mi rendo conto che il film in Cina è un film già visto.

E allora mi viene da pensare che non finiranno mai, che il piano è sempre quello dell’agenda 2030. Che per mettere a segno tutto il programma…ci vogliono giorni, anni, strategie. Ci vogliono tecniche rodate. Ci vogliono politiche governative. Mondiali.

Ma poi cerco di capire come possono riproporre un remake del genere dopo tutto quello che è accaduto: dopo tutte le menzogne, le morti sospette, le chiusure, l’esasperazione della gente, le migliaia di proteste in tutta Italia e nel mondo, il 9 ottobre 2021. Dopo l’ennesima proposta di sieraggio, mi chiedo: come si può riproporre una narrazione identica? Nemmeno escogitare una nuova malattia? Come può la gente ancora crederci? Potrà funzionare?

Rabbrividisco. Perchè quando guardo fuori dal finestrino dell’auto e vedo persone ridotte a zombie, anziani in bicicletta con il viso completamente coperto dalla mascherina, incapaci di vedere eppure sempre con quella benda in faccia, magari sul fare dell’imbrunire, capisco che il danno a distanza di mesi è e resta enorme. E mi spavento. Sento persone parlare da sole anche se di fatto con i dispositivi digitali, ormai ignare di essere schiave della transizione digitale.

Capisco allora che non finiranno mai. Che tutto possono dire e fare che tanto ci saranno milioni di persone ipnotizzate completamente soggiogate. Che c’è molto da lavorare ma che comunque l’agenda va avanti. Nel silenzio, ma va avanti. Un quadro desolante finchè non comprendo, però, altresì, che ci sono persone come me che non cedono. Che non ci credono. Che sono ancora libere. Mi rendo conto che non sono sola, non siamo soli. Mi rendo conto che ogni giorno che passa è benedizione; che il Signore ha creato l’alba, la vita, il mondo. Figurarsi. Non finiranno mai, è vero, ma nemmeno noi finiremo mai di resistere e di credere. Non siamo soli.

E allora sorrido perchè so che nonostante tutti i loro sforzi noi abbiamo già vinto: e sorrido perchè so che, a Dio piacendo, anche in questo 2023 che arriva, non ci avranno mai.

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