di Luigi Cortese

Il giornalista Pepe Escobar, sul giornale on line TheCardle.com, ha scritto un articolo dove accusa la CIA di aver messo in scena in Brasile una replica della “rivoluzione colorata” del 2014 di Piazza Maidan in Ucraina.

Secondo Escobar un ex funzionario dell’intelligence statunitense avrebbe confermato che quello successo a Brasilia, l’8 gennaio, sarebbe stata un operazione della CIA, collegandola addirittura ai tentativi di “ricoluzione colorata” in Iran.

Come ampiamente documentato dai media di sistema, domenica scorsa, presunti sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro hanno preso d’assalto il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale del Brasile, aggirando fragili barricate di sicurezza, arrampicandosi sui tetti, sfondando finestre, distruggendo proprietà pubbliche tra cui preziosi dipinti, mentre chiedevano un colpo di stato militare come parte di uno schema di cambio di regime contro il presidente eletto Luis Inacio “Lula” da Silva.

Secondo Pepe Escobar, che cita questa fonte statunitense, la ragione primaria di questa messa in scena è da ascriversi alla volontà del Brasile di riaffermarsi nella geopolitica globale insieme agli altri stati BRICS Russia, India e Cina. Escobar nel suo articolo cita tra l’altro lo stratega del Credit Suisse Zoltan Pozsar, ex Fed di New York, che il 27 dicembre scorso ha redatto un rapporto, intitolato “War and Commodity Encumbrance”, dove affermava che “l’ordine mondiale multipolare viene costruito non dai capi di stato del G7 ma dal cosìdetto G7 dell’Est (i capi di stato dei BRICS), che è un G5 in realtà, ma a causa dell’espansione BRICS, mi sono preso la libertà di unire”. Pozsar si riferirebbe ad Algeria, Argentina e Iran che hanno già chiesto di aderire ai BRICS.

Escobar, riferendosi alla fonte statunitense, traccia un parallelo tra il Maidan della CIA in Brasile e una serie di recenti manifestazioni di piazza in Iran, strumentalizzate, secondo la sua fonte, dall’agenzia come parte di una nuova spinta alla “rivoluzione colorata”. Secondo Escobar, Lula, per la terza volta presidnete del Brasile, offrirà un enorme impulso ai BRICS. Per onestà intellettuale c’è da dire che negli anni 2000, al fianco del presidente russo Putin e dell’ex presidente cinese Hu Jintao, Lula è stato un concettualizzatore chiave di un ruolo più profondo per i BRICS, compreso il commercio nelle proprie valute.

Se il progetto BRICS va avanti senza intoppi, nel prossimo futuro gli Stati Uniti rischierebbero di essere letteralmente espulsi dalla più ampia “Eurasia”, grazie alle azioni concertate del partenariato strategico Russia-Cina. Bisogna aspettare per capire se Lula è ancora il concettualizzatore degli anni 2000 oppure è diventato una pedina nelle mani di Washington usato per distruggere i BRICS dall’interno.

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