di Chris Baldelli
Chi è Alfredo Cospito? Alfredo Cospito è un militante anarchico che nel Maggio 2012 sparò, assieme a Nicola Gai, all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, gambizzandolo sotto casa sua a Genova. Per questo fatto, Cospito riceverà una prima condanna nel 2014, rivendicando comunque l’azione e assumendosi la paternità di essa, spiegandone anche le motivazioni: ribellione contro l’autorità, il nucleare e tutto ciò che rappresenta il potere.
La situazione legale dell’anarchico pescarese si aggrava quando gli viene riconosciuto il posizionamento nel 2006 di 2 ordigni a basso potenziale alla scuola allievi carabinieri a Fossano (Cuneo), l’esplosione pur non avendo causato morti o feriti viene riformulata dalla cassazione l’accusa di tentata strage contro la sicurezza dello Stato, reato che pretende l’ergastolo ostativo, quello che più semplicemente viene chiamato il “fine pena mai”. Dopo 6 anni passati in regime di alta sicurezza, lo scorso Aprile a Cospito viene notificato il passaggio al 41 bis. Il cosiddetto “carcere duro” che viene applicato in caso di stampo mafioso o terrorismo che fu introdotto nel 1975 per poi estenderlo ai boss mafiosi nel 1992.
Come ricordato dal difensore di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che a Radio Radicale definisce il passaggio al 41 bis “ingiustificato”, poiché l’anarchico ha perso diverse garanzie, dall’attività fisica alla letture, oltre alle 4 ore d’aria giornaliere: “Tutto questo è scomparso senza che sia intervenuto nulla di evidente che possa giustificarlo, Cospito ritiene insopportabile questa situazione” – e continua – “Ha intrapreso questo sciopero della fame perché è il solo strumento di protesta che ha a disposizione e perché ritiene che non valga la pena vivere in queste condizioni”.
Il tribunale di sorveglianza di Roma si è riservato di decidere sul reclamo presentato dalla difesa per quanto riguarda il provvedimento di applicazione al 41 bis. Alfredo è detenuto dal 5 Maggio scorso nel carcere di Bancali (Sassari), dove sta portando avanti la sua astensione del cibo per protesta dal 20 ottobre.
Sappiamo tutti che questa è una situazione molto complessa ma diventa assurdo pensare che il 41 bis venga assegnato così facilmente in un contesto in cui non ci sono stati decessi. È chiaro che tutto ciò ha più la valenza di una condanna politica piuttosto che giudiziaria; ovvio che non si vuole giustificare niente e nessuno, tanto meno “fare il filo” ad un certo mondo anarco-nichilista per accaparrarsi qualche simpatia politica, ma semmai è un discorso logico di proporzionalità della pena a cui è stata condannata una persona responsabile di un delitto di 16 anni fa che non ha avuto nè morti nè feriti. Questo fatto ha riacceso il dibattito sul fronte giudiziario ancora esistente e alla facilità con cui vengono conferite certe misure. Senza contare le condizioni di detenzione oggi in Italia.
Intanto lo stesso Cospito è ostinato a proseguire il suo sciopero della fame come confermato dal garante dei detenuti, Mauro Palma, dopo averlo incontrato nel penitenziario dove è rinchiuso: “Dal punto di vista sanitario le sue condizioni sarebbero ‘rassicuranti’ anche se ha perso moltissimi chili, ma è una persona ben monitorata dall’assistenza sanitaria e ha condizioni complessivamente soddisfacenti” parla però anche di “condizioni ampiamente preoccupanti per quanto riguarda la sua volontà di proseguire anche fino alle estreme conseguenze la sua protesta. “E’ intenzionato ad andare avanti e non su un obiettivo specifico ma su un obiettivo ideale e di ordine generale come può essere l’abolizione del 41-bis. Obiettivo che richiede tutta un’altra valutazione che non è quella della testimonianza del singolo”.