di Luigi Cortese (foto Twitter)
Viktor Medvedchuk, leader dell’opposizione ucraina, oggi in esilio per volontà del presidente Zelensky, si considera ancora un legislatore ucraino e sta lavorando alla costituzione di una squadra per rappresentare il suo paese che, secondo lui, oggi non è rappresentato per volontà dell’attuale gorverno di Kiev. Medvedchuk ha dichiarato, in un intervista a RT (Russia Today), che il presidente Vladimir Zelensky è un dittatore che sacrifica il Paese per conto delle potenze occidentali.
Nella stessa intervista Medvedchuk continua le sue accuse a Zelensky, dicendoc he quando afferma che l’Ucraina è unita, omette che questa unità è stata forzata sotto la minaccia delle armi. E che ci sono molte persone che non sono d’accordo con l’attuale governo di Kiev, aggiungendo che “un’altra Ucraina, non quella di Stepan Bandera, che non ha nulla a che fare con le dichiarazioni e le politiche di neonazismo perseguite da Zelensky”.
L’Ucraina di Zelensky, secondo Medvedchuk, viola completamente la propria Costituzione, e “ha cessato di essere indipendente e sovrana” dopo il colpo di Stato del febbraio 2014, quando “è passata completamente sotto il controllo esterno dell’Occidente”.
Medvedchuk fu posto agli arresti domiciliare da Zelensky, per poi mandarlo in una “prigione” gestita dal servizio di sicurezza ucraino SBU, dove il politico dell’opposizione ha detto di essere stato esposto a “costanti pressioni psicologiche e umiliazioni”. Nel settembre 2021 è stato trasportato in Polonia e poi in Turchia, dove è stato consegnato ai russi. La versione ufficiale racconta che Medvedchuk fu usato come scambio per liberare i leader del battaglione “Azov” che si sono arresi a Mariupol. Questi sarebbero stati scambiati con soldati russi catturati, ha detto Medvedchuk, mentre lui è stato scambiato con “dieci mercenari stranieri che hanno combattuto nelle Forze Armate dell’Ucraina”.
Le dichiarazioni di Medvedchuk, non fanno che confermare il sospetto di tutti, che è quello che l’Ucraina è pilotata fino dal 2014 dalle potenze occidentali, ed usata come spina nel fianco della Russia, fino ad arrivare all’inizio del conflitto di febbraio 2022.
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