di Gloria Callarelli
Apocalisse 13, 16-18: “(L’altra bestia) Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d’uomo. E tal cifra è seicentosessantasei”.
Non si può parlare della (fake) pandemia, di cambiamento climatico, di Bill Gates, di Nuovo Ordine mondiale (NWO), di microchip, di dittatura sanitaria, di tracciabilità, di pagamenti elettronici, senza capire che in gioco, oggi, c’è molto di più di semplici strategie geopolitiche o economiche. Non si può, infatti, leggere l’attuale situazione senza capire quali siano le reali forze in campo: se voi credete che quanto stia accadendo sia frutto della sola volontà appartenente a fantomatici filantropi di turno piuttosto che a soli banchieri senza scrupoli siete fuori strada. Oggi il mondo vede in guerra il Bene contro il Male: l’uno ha già vinto, l’altro con tutte le sue forze, e anche piuttosto pateticamente visto il “non praevalebunt”, esce allo scoperto cercando l’assalto finale con i suoi alfieri. Non ci credete? Fate uno sforzo e arrivate in fondo all’articolo: scoprirete come tutto quanto giri attorno alla pandemia globale sia un mix di coincidenze sospette, progetti diabolici e presenze quanto meno inquietanti. Nulla si muove senza presenza spirituale: né da una parte né dall’altra. E il mondo, oggi, è chiamato a decidere con chi schierarsi. Chiedendovi dunque di accettare questa modalità di lettura, ripartiamo dall’iniziale passo del Testo Sacro che, comunque la si veda, delinea con incredibile capacità profetica, e indiscusso straordinario anticipo, uno scenario che l’elite sta organizzando affinchè diventi futuro inesorabilmente prossimo. Per fugarvi i primi dubbi di quanto sto cercando di spiegare vi basti leggere questa:
“Eventually we will have some digital certificates to show who has recovered or been tested recently or when we have a vaccine who has received it”.
“Alla fine avremo alcuni certificati digitali per mostrare chi è guarito o è stato testato di recente o quando abbiamo un vaccino che lo ha ricevuto”.
La citazione, datata marzo 2020, appartiene a Bill Gates, colui che è diventato in pochi mesi l’indiscusso protagonista di quello che non esiterei a definire il “Coronavirusgate”, uno scandalo in cui emerge come i numeri della pandemia siano stati da subito truccati, la gestione abbia sparso quasi ovunque semi di dittatura e di morte, le ombre di interessi e macchinazioni dietro il virus e i vaccini si facciano sempre più pesanti. Bill è due in uno: è la versione nerd dell’alter ego William Henry Gates III (suo nome completo), rampollo di una famiglia benestante, nipote del dirigente della National City Bank e figlio dell’avvocato Gates Senior, già membro del consiglio direttivo di Planned Parenthood (clinica abortistica ndr) e socio in affari, nonché amico di personaggi del calibro di Soros, Rockfeller, Anthony Fauci (l’uomo accusato da medici e virologi Usa di avere chiare responsabilità nella gestione Covid e in quella HIV). Forse basterebbe questo breve curriculum per darvi l’idea di chi si nasconda dietro quegli occhialoni nerd ma non è sufficiente perché il nostro Bill nel suo armadio nasconde un intero cimitero di scheletri.
Da sempre appassionato di computer, William comincia la sua scalata al sistema binario fino a fondare la Microsoft nel 1975, leadership lasciata a marzo di quest’anno per dedicarsi completamente alla filantropia. Ad ogni modo fin dagli anni Ottanta la sua creatura, attraverso accordi ed escamotage, ha conquistato il monopolio del settore tanto da permettergli di guadagnare una fortuna. Una scalata senza rivali che ha irritato il sistema di “libera concorrenza” americana tanto che nel 1999 la Microsoft è finita alla sbarra e un giudice federale ha messo i puntini sulle “i” sentenziando che il colosso schiacciava la concorrenza e che nessuna persona o compagnia, per quanto potente, potesse essere al di sopra della legge. La battaglia legale ha creato un vero caso negli Stati Uniti ma l’accordo che alla fine, dopo ricorsi vari, il Dipartimento di Giustizia e la Corte di Appello hanno raggiunto con la Microsoft ha effettivamente solo fatto il solletico al colosso, divenuto ormai l’unico padrone dei sistemi operativi per pc. William, però, probabilmente aveva bisogno di rifarsi l’immagine dopo lo scandalo ed è da quel momento che il nerd ha lasciato il posto al filantropo.
Gates sarebbe dunque diventato più buono concentrandosi a fare “del bene” e occuparsi della salute mondiale, fondando un coacervo di charities e progetti a base di miliardi e miliardari (vedi PHFI, PATH, Giving Pledge, GAVI), finanziando come secondo e quarto miglior contribuente l’Oms, ma soprattutto aprendo la Bill e Melinda Gates Foundation. Accuse alle ONG sono arrivate a seguito delle morti sospette post vaccino sperimentale di bimbi in Africa e Oriente e a seguito delle riscontrate reazioni post vaccino inerenti il progetto anti Papilloma Virus. Progetto condotto, secondo il governo indiano, in modo illegale e coercitivo con palesi conflitti di interesse delle case farmaceutiche coinvolte. In quest’ultimo caso nel mirino è finita la Gavi, “l’Alleanza per i vaccini” che vanta al suo interno oltre alla Gates Foundation anche le donazioni di molti Paesi al mondo, Italia compresa. Anzi: ricordate la telefonata di Bill Gates a Conte per i 120 milioni promessi alla charity nei primi giorni di maggio 2020? Nulla di scandaloso se pensiamo, come si legge nel sito della stessa “alleanza”, che l’Italia è il terzo maggior contribuente del gruppo con 492,3 milioni di euro donati. Così mentre nel 2017 l’India ha avviato pratiche legali contro le “charity” di fatto dicendo “bye bye Bill”, l’Italia e altri Paesi europei hanno rinnovato la loro fiducia a suon di euro.
La carriera del filantropo Bill (che, attenzione, annuncia di voler donare nei prossimi mesi tutta la sua ricchezza alla fondazione con Melinda), assume contorni addirittura profetici nel 2015 e nel 2019. D’altronde che il filantropo abbia aspirazioni ancora più “alte” nella sua fase “William III 3.0” lo si desume dalle ricerche finalizzate ad “oscurare il sole” per prevenire il riscaldamento globale. Ad ogni modo il Bill creatore, per ora solo di Microsoft e vaccini (non si montasse troppo la testa), ci racconta proprio nel 2015 che “il rischio maggiore per l’umanità sarà un virus, non certo la bomba atomica” e, guarda un po’, nel 2019 in “Event 201” (che non so perché mi ricorda come Covid19 un protocollo militare, particolare su cui vi inviterei a riflettere), il filantropo inscena una perfetta esercitazione da pandemia di coronavirus. Coincidenza perfetta, esattamente pochi mesi prima dello scoppio del Covid19 nato a Wuhan in un laboratorio, come indicano le mail hackerate di alcuni account OMS, del laboratorio di Wuhan e della Fondazione Gates. Fatalità William, l’uomo dei vaccini (facendosi finanziare dai governi), è diventato il guru anti Covid. Un supereroe che ci avvisa da sempre come si tornerà alla normalità solo dopo “aver vaccinato largamente la popolazione mondiale”, della quale, in ripetute interviste, ci informa come con i vaccini comunque ne “venga ridotta la crescita”. Avete capito bene: ridotta la crescita. Lo stesso “supereroe” che ha depositato il brevetto Microsoft WO2020 060606 di “un microchip che verrà inserito nel corpo per monitorare l’attività fisica quotidiana di una persona in cambio di criptovaluta. Se le condizioni sono soddisfatte, la persona riceve determinati bonus che possono essere spesi per qualcosa”. I puntini cominciano a unirsi: microchip nel corpo, WO (World Order, l’Ordine mondiale voluto dalla massima massoneria), brevetto 666. E ora che avete avuto pazienza di leggere fin qui, provate a rileggere l’incipit: il passo iniziale della Bibbia comincia ad avere un senso?
Se a tutto questo ci mettiamo che la Microsoft per realizzare un progetto-pubblicità ha contattato niente meno che Marina Abramovic, artista dell’orrido che lavora con il sangue e che si fa ritrarre con in mano le corna della testa di un caprone (guai però a chiamarla satanista), il gioco è fatto. Un autogol che ha ricevuto una pioggia di critiche. La stessa Abramovic, per inciso, è amica di John Podesta, personaggio controverso dell’entourage di Hillary Clinton che aveva proposto alla democratica lo stesso Gates come vicepresidente degli Usa. Se poi avete tempo, per scoprire le abitudini (anche culinarie) della cricca, vi consiglio di approfondire lo “Spirit cooking” e il Pizzagate dove sangue, satanismo e bambini si mescolano in un cocktail horror. Credete: per questi gli insetti sono solo l’antipasto, simbolo del degrado umano a un livello bestiale, della schiavitù infernale. Comunque: nel loro giro di amicizie spunta anche Jeffrey Epstein milionario frequentato dal jet set ma accusato di traffico sessuale di minorenni. Gates incontrò Epstein in più di un’occasione e, come scrive il NY Times, in una di queste ebbero una cena nell’appartamento dell’uomo a Manhattan che si prolungò fino a tarda notte con la ex di Epstein, già miss Svezia, e la figlia di 15 anni. In una mail il filantropo ebbe a dire: “Una donna svedese molto bella e la figlia sono capitate nell’incontro e io ho finito per restare fino a tardi”. Epstein poi morì suicida all’interno della sua cella il 10 agosto 2019 portandosi con sé, anche lui, gli scheletri degli armadi di casa sua, anche quelli della trafficata casa di Manhattan.
Dunque: da una parte la cosiddetta filantropia quantomeno sospetta, eccentrica ed inquietante, dall’altra, al momento, i cattivoni complottisti o sanguinari stile Donald Trump o Vladimir Putin, nemici giurati della cricca e bersaglio di compari quali Klaus Schwab o del suo amico, William Gates III appunto. Il quale passerà alla storia come nerd, come filantropo, come (falso) profeta, come miliardario, come demokratico e forse come l’uomo che realizzò il marchio della bestia. Nient’altro che la copia, per altro piuttosto bruttina, dell’unico vero Creatore che vorrebbe tanto, goffamente, sostituire. Insomma: uno pieno di miliardi ma pur sempre un povero. Sì, un povero illuso.
Quand’ anche camminassi nella valle delle ombre della morte non temero’ alcun male perché tu sei con me. Il Signore è il mio pastore
Bello, andrebbe aggiunto da dove viene la Bill and Melinda Gates Foundation, cioè da quella fondazione pro aborto che Bill istituì negli anni 90