di Roberto Fiore

Da tempo sostengo la tesi che una efficace lotta al sistema si concretizza oggi attraverso due percorsi: quello della protesta e mobilitazione popolare e quello della azione giudiziaria volta a impedire le storture, le deviazioni del sistema giuridico stesso e le calunnie dei media e del mondo politico.

In questi giorni abbiamo assistito ad importanti sviluppi riguardanti i processi “kolossal” che si stanno celebrando in Italia, in particolare quello del 9 ottobre, ma anche nei processi apparentemente minori che hanno una funzione estremamente importante nello scontro potere-antipotere.

Per quanto riguarda il 9 ottobre assistiamo al concretizzarsi di una linea difensiva che non è solamente “innocentista”, ma che punta a sostenere come c’è un settore del sistema che si è organizzato per commettere reati, creare un’enorme allarme sociale e arrivare allo scioglimento del movimento politico Forza Nuova, nonchè alla criminalizzazione del mondo anti green pass.

Per quanto riguarda i casi minori, vedi Salvini contro Saviano, abbiamo avuto un’ampia anche se non interessantissima attenzione mediatica, mentre altri casi hanno avuto meno attenzione essendo forse più rilevanti. Uno di questi è l’assoluzione di Luca De Marchi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia di Mantova, che ha tenuto sempre una posizione attenta ai bisogni popolari e alla lotta al business dell’immigrazione. Proprio questa sua lotta lo portò a criticare coloro che avevano ricevuto dei fondi per ” l’ accoglienza”. Dopo anni di vittimizzazione è stato assolto per non aver commesso il fatto, in quanto la legge tutela il diritto alla critica politica. Attenzione: Luca De Marchi è sì capogruppo di Fratelli d’Italia ma si è trovato spesso e volentieri ad essere accantonato dallo stesso partito e oggi sta perseguendo una via politica sempre attenta alle questioni sociali che potrebbe vederlo protagonista di un movimento popolare che va al di là delle sigle politiche.

Stesso fatto avviene per quanto mi riguarda in alcuni processi celebrati in questo periodo che hanno particolare rilevanza. Nel 2017, in occasione della venuta a Milano della Segre, ad esempio, le agenzie di stampa e i giornali pubblicarono notizie secondo le quali Forza Nuova aveva esibito uno striscione contro la senatrice. In realtà era un errore: lo striscione era contro il sindaco Sala e la politica degli alloggi che conduceva. Ciò nonostante la canea mediatica si lanciò contro Forza Nuova: vi furono una serie di articoli drammatici che precedettero la smentita che ammetteva l’errore. Come segretario nazionale ho perseguito una quindicina di giornali ed oggi iniziano ad affiorare le sentenze: a Foggia il tribunale ha condannato un giornale minore, altri giornali ed esponenti politici coinvolti in tali diffamazioni si apprestano a cadere. Fa sorridere, poi, che l’attuale ministro della Cultura Sangiuliano, che in passato si era trovato a ricoprire il ruolo di direttore di un giornale salernitano, sia stato anche lui colpito dalla mia denuncia per diffamazione e si debba scontrare con me nelle aule del Tribunale di Salerno per un incauta affermazione nei confronti di FN.

A Santa Maria Capua Vetere, invece, il sindaco e un consigliere comunale di Castelvolturno, esponenti di sinistra, sono sotto processo per diffamazione (un consigliere è già stato condannato) in seguito ad un’azione sociale di Forza Nuova a favore di cittadini italiani che rischiavano di perdere la casa (a Castelvolturno il 55% dei residenti sono extracomunitari). Gli esponenti citati abbandonarono la polemica politica per entrare nell’ invettiva contro di me.

Voglio ricordare, infine, che tutte queste situazioni hanno sempre un corrispettivo più oscuro: se è comprensibile che vi sia una presa di posizione di Forza Nuova, ad esempio nella città di Castelvolturno altamente problematica per la presenza della Camorra oltre che per una fortissima presenza di extracomunitari (la CIA nominò Castelvolturno come la sede della mafia nigeriana che lì faceva documenti falsi ed espianti di organi a persone che venivano eliminate apposta), non è normale che avvengano altri fatti. Ad esempio ricordo che prima di un comizio nella città di Castelvolturno fui oggetto di un attentato dinamitardo che fortunatamente fallì e che doveva colpire il nostro corteo di macchine nel momento in cui passava sotto il ponte d’entrata della cittadina. Cosa che, ad eccezione di una testata, non fu incredibilmente ripresa dai media,

Quella verso la giustizia è una delle battaglie più importanti. Lo disse anche Trump che si trovò da un parte l’estrema sinistra, che metteva a ferro e fuoco le università, e dall’altra i giudici che bloccavano le sue risoluzioni. Questo è un dato comune: spesso e volentieri la giustizia si piega a interessi di parte. Ma mentre ci si ripropone di attaccare con forza questo vecchio sistema (Deep State) che ancora devia processi e corrompe la verità, dall’altra parte è importante mantenere una presenza nelle aule di giustizia per difendere dignità e nostro onore e fare in modo che la nostra opposizione sia libera nel senso più profondo del termine.

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