di Gloria Callarelli

“Il Charity Program di un evento sportivo è un programma di solidarietà che permette a chi partecipa di scegliere una delle non profit aderenti all’evento e di attivarsi con una raccolta fondi personale (personal fundraising) a sostegno della causa scelta”. Parole del sito Rete del dono, una società di crowfounding impegnata negli eventi legati allo sport. Venicemarathon, Maratona Reale di Torino e Padova Marathon, ma anche la Barcolana, la Run Rome The Marathon e la Salomon Running Milano sono quelli che campeggiano nel portale.

Uno dei programmi solidali più gettonati in questi eventi è “End Polio now” la campagna di raccolta fondi portata avanti dal “Rotary Distretto 2060” per la lotta alla poliomielite. Una lotta che interessa un po’ tutta la categoria dei cosiddetti benefattori. Proprio in occasione della presentazione della Venicemarathon 2023, infatti, Massimiliano Buson, esponente del Rotary, ha fatto pubblicamente un plauso a Bill Gates: “La poliomielite è stata eradicata per quasi il 99% circa, ma quell’1% che manca è la scommessa più difficile da battere. Siamo felicissimi del risultato ottenuto, anche perché questa cifra verrà raddoppiata dalla Fondazione Melinda e Bill Gates”. Per inciso: non è un caso che il Rotary citi Gates, dal momento che la partnership tra i due è cosa nota. Inoltre come associazione porta avanti le battaglie cosiddette mondialiste: sostenere l’istruzione, promuovere la pace, combattere le malattie. Attenzione: sulla carta nulla da dire, lo sappiamo. Ma, leggendo tra le righe, sarebbe bello sapere: dietro l’istruzione si nasconde anche l’ideologia gender? Dietro la pace si nasconde anche la guerra in Ucraina contro la Russia? Dietro la cura delle malattie si nasconde il progetto di dittatura sanitaria come ampiamento dimostrato con il Covid? Di certo il Rotary non fa mistero di aver aiutato nella campagna di vaccinazione contro la pandemia.

Ma torniamo alla poliomielite. Quali sono i dati effettivi? In Italia ad esempio si è adottata la vaccinazione con la legge del 1966 e i casi sono perdurati fino ai primi anni Ottanta. Anche l’Europa, si dice, è zona polio free. Tutto bene? In realtà no, perchè a quanto pare il problema non è scomparso affatto. Ma come? Il virus non si era eradicato un po’ ovunque? Evidentemente no. Scopriamo che in Afghanistan, Pakistan e poi, a macchia qua e là, il virus c’è ancora. Reuters a ottobre 2022 scriveva: “Il mese scorso, l’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO) ha affermato che il Brasile, la Repubblica Dominicana, Haiti e il Perù sono ad alto rischio di reintroduzione della poliomielite . Lo stato di New York sta accelerando gli sforzi per vaccinare i residenti dopo che il virus è stato rilevato nei campioni di acque reflue. Casi sono stati rilevati anche a Londra e Gerusalemme”. Bill Gates, da buon profeta, negli anni ha deciso di continuare a fornire milioni su milioni per la causa: tanto è vero che d’accordo con le cause farmaceutiche ha anche progettato un nuovo vaccino. Che dire: dalla sanità alla santità, almeno nello spelling, il passo è breve. Onde evitare complottismi, riportiamo qui di seguito un pezzo tratto da un articolo dell’Istituto Superiore di Sanità, datato 12 marzo 2009, che addirittura nel titolo, non senza cinismo, scriveva: “Dove investire in tempo di crisi? Nella poliomielite”. Indovinate di chi si parlava?

Si legge: “La salute come un investimento in borsa. È il nuovo approccio alla prevenzione sanitaria adottato dalla Gates Foundation, la fondazione filantropica istituita dal padre della Microsoft, Bill Gates. Per il mondo della sanità pubblica, spesso deluso e oppresso dalla troppa burocrazia, si tratta di una rivoluzione: la disponibilità di fondi e la visione economica delle questioni sanitarie stanno infatti dando la possibilità a campagne come quella per la lotta alla poliomielite di essere riattivate e portate avanti. Anche il linguaggio utilizzato dai responsabili dei progetti sanitari è ormai prettamente economico, tanto che Bruce Alyward, (già ndr) direttore del programma dell’Oms per l’eradicazione della polio (sul quale ci ripromettiamo di spendere un articolo a parte nell’affaire Covid) afferma che “l’eradicazione è il venture-capital della salute pubblica” e che gli enormi rischi ai quali ci si espone, valgono senza dubbio i “potenziali profitti” ottenibili”.

Eppure attenzione. Perchè loro stessi, e non può essere altrimenti visti i casi sollevati nel mondo, si affrettano a chiarire che ovviamente sì, esistono casi di poliomielite “selvaggia” e casi di poliomielite diversa. (Indotta può essere la parola corretta?) Sentite cosa dice Ananda Bandyopadhyay, vicedirettore, tecnologia, ricerca e analisi sul sito della Gates foundation: “Quando usiamo il termine poliomielite selvaggia, ci riferiamo alla forma naturale del virus. È diverso da un ceppo derivato da un vaccino, come quello che, secondo quanto riferito, ha infettato l’uomo a New York. Questi ceppi sono collegati ai vaccini antipolio orali (OPV), che sono uno strumento chiave per molti paesi nella lotta contro la poliomielite e sono prodotti da una forma indebolita del virus. Una persona vaccinata può diffondere quel virus indebolito, il che in realtà è una buona cosa, perché può proteggere indirettamente una comunità”. 

Lo stesso Ananda Bandyopadhyay affermava nel 2022: “Il recente caso di New York, così come i casi di poliomielite selvaggia che sono stati rilevati quest’anno in Malawi e Mozambico , sono segnali di allarme che il virus è ora in luoghi dove non c’era stato un rilevamento da molti anni. È un toccante promemoria della vulnerabilità della popolazione globale e sottolinea l’importanza di raggiungere l’eradicazione“. La soluzione? Indovinate un po’: Se ci sono sacche di individui non vaccinati, il poliovirus può spuntare ovunque purché il virus esista da qualche parte. Ovviamente per la gioia dei filantropi a costo zero e delle case farmaceutiche che vogliono il bene del mondo.

Dunque, per logica: se non ci vacciniamo tutti, il virus non sparisce. Ma poichè evidentemente non si potrà vaccinare tutto il mondo, il virus non sparirà. Non solo: ma non sparirà nemmeno se tutti fossimo vaccinati, perchè, come dice Bandyopadhyay stesso, non mancherebbero comunque i casi di malattia da vaccino.

Dunque cari amanti della Maratona e degli eventi sportivi, un consiglio: fate del bene, certo, e correte si. Ma non correte dietro alle favole. E ricordate: se ci sono di mezzo i filantropi, tutto ha un prezzo. Anche la nostra salute.

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