di Luigi Cortese (Foto: opera Dio Padre di Arnold Quellin)
“Il Padre nostro è maschilista. Va reso di genere neutro”, questo è il nuovo attacco frontale a Dio ed alla fede che viene da alcuni vescovi della chiesa inglese. Il loro intento è quello di riformare il testo della preghiera, più celebre e solenne tra i cristiani, per renderlo più “gender fluid” eliminando ogni riferimento maschile e paterno alla figura del padre.
La proposta di eliminare il genere dalla preghiera del Padre Nostro ha creato, anche all’interno della stessa chiesa anglosassone, molte polemiche. Oggi si assiste ad una aperta diatriba tra due fazioni, i conservatori che gridano allo scandalo e i progressisti che chiedono la modifica del testo con un genere “neutro”.
Il Daily Mail titola “Vogliono rendere persino Dio gender-neutral!”. Ma il riferimento non è a Papa Luciani e al suo Dio più madre che padre, ma ad una riforma “modernista” della chiesa che alcuni vescovi anglosassoni starebbero preparando per evitare quanto più possibile ogni riferimento maschile o paterno alla figura di Dio.
Questo è un palese atto per andare a colpire le ultime resistenze interne alla Chiesa sulla questione gender. Se anche Dio verrà coinvolto in questa assurda diatriba, al di là dell’evidente blasfemia, non avremo più alcun riferimento per fermare una pericolosa deriva dell’appiattimento delle differenze tra uomo e donna.
Fa riflettere che questa polemica sia nata proprio dopo la morte del Santo Padre Benedetto XVI, ultimo forte difensore di inalienabili precetti cattolici. Ora dobbiamo solo sperare che non ci sia nessuno slancio “modernista” in Vaticano, e che nessuno pensi di eliminare la figura del Padre Celeste con qualcosa di indefinito. Anzi: ci aspettiamo finalmente una presa di posizione netta e chiara, una difesa rocciosa, contro chi bestemmia Dio e ne vende l’immagine pur di compiacere al padrone di questo mondo.