di Luigi Cortese (foto Instagram)

Cara Paola (Egonu),

l’Italia è il mio paese, il paese dove sono nato ed ho le mie radici. Un paese che non sempre è stato benevolo nei miei confronti per le scelte fatte, è vero sono bianco, etero e cattolico, probabilmente questo è uno dei motivi per il quale non mi viene perdonato di essere di “destra”.

Vedi Paola: tu hai 24 anni, una vita abbastanza facilitata dalla tua passione e bravura per lo sport del volley; ex azzurra (per tua scelta) oggi giochi nel BakifBank di Instabul dove ti pagano cifre da capogiro. Ma oggi attacchi l’Italia definendoci “razzisti”. Bene cara Paola tu hai fatto “coming out” dichiarandoti sessualemente fluida, cosa mi dici adesso che vivi e lavori in Turchia? Non hai avuto il coraggio di dire no ai soldi turchi eppure sappiamo tutti che non è una nazione LGBTQ+ friendly, anzi una nazione profondamente musulmana, di quell’Islam che condanna a morte gli omosessuali. Eppure questo non ti ha fermato dall’accettare l’ingaggio, non ti ha fatto nemmeno dire mai una sola parola contro la Turchia.

Vedi cara Paola: è facile alzare il tono della voce contro un paese che ti ha dato tutto, persino il “cavalierato della Repubblica”, e che in nessun modo ti farà mai del male. Hai accettato l’ingaggio a Sanremo per poi venire, pagata, ad offendere la maggioranza degli italiani dandoci del “paese razzista”.

Cara Paola sei andata in onda in prima serata sulla rete pubblica nazionale, hai accusato il paese intero di essere razzista, hai offeso un popolo ed hai ricevuto gli applausi da chi oggi fa l’unica vera discriminazione ancora attiva in Italia, la discriminazione politica; perché si cara Paola, se su quel palco fossi salito io, un uomo di 45 anni, bianco, etero e fiero di essere Italiano e non europeo, allora da quella platea si sarebbero levati solo fischi, perché in Italia è accettato odiare chi difende i valori nazionali. Ma vedi Paola chi come te rimarca le differenze nel nome di un appiattimento morale e sociale allora commuove, ma commuove perché fa chic accettare il “diverso”. Bada bene cara Paola: non sono io a darti della diversa, sei tu che poni gli accenti sulle diversità. Per me sei una donna di 24 anni di colore, una campionessa di volley e un’attivista “politica” che difende le sue idee (se non contrastano con il conto in banca).

Vedi Paola, io non sono certamente un LGBTQ+ friendly ma non per questo ti discrimino, non ti discrimino per la tua pelle, non ti discrimino per le tue idee, ma non posso accettare che tu offenda il popolo italiano quando accetti in silenzio di essere pagata con i soldi di chi realmente fa discriminazioni.

Per questo cara Paola non accetto il tuo discorso, non accetto i sorrisini sul palco dell’Ariston, non accetto gli applausi che hai ricevuto, perché amo il mio paese e mi sono sentito offeso dalle tue parole.

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