di Chris Baldelli
La Francia contro la riforma delle pensioni, il Regno Unito contro i tagli e carovita, la Spagna contro lo smantellamento della sanità e ora anche l’Albania scende in strada contro il proprio Governo; dove addirittura i manifestanti hanno tentato di entrare con la forza nel Parlamento albanese durante una manifestazione il 13 febbraio.
Ma cosa è successo di preciso?
Il Partito Democratico d’Albania, guidato dall’ex presidente Sali Berisha, ha lanciato una serie di mobilitazioni contro il governo dell’attuale primo ministro Edi Rama (Partito Socialista).
L’opposizione ha lanciato accuse molto pesanti, tra cui quella di corruzione e di essere la causa dell’alta inflazione.
Una grande protesta contro il Governo si è radunata fuori dal Parlamento il 13 Febbraio (già era stato organizzato un evento simile due giorni prima) e hanno cercato di entrare all’interno del palazzo che era difeso dalla polizia in assetto antisommossa. Dopo qualche disordine, i dissidenti hanno dato fuoco alle apparecchiature che forniscono energia alla sala in cui si svolgeva la sessione del Parlamento.
Questo ha fatto si che andasse via la corrente, ma ciò non ha impedito ai deputati di continuare la loro discussione, illuminando la sala con i flash dei propri cellulari. L’opposizione ha criticato sul punto Rama per i presunti legami con l’ex agente dell’FBI Charles McGonigal (colui che è stato accusato di aver preso pagamenti segreti per oltre 225.000 dollari e che avrebbe ricevuto da un uomo del New Jersey impiegato anni fa da un’agenzia di intelligence albanese), ma Rama ha negato ogni accusa.
Sali Berisha al termine della sessione parlamentare, si è aggregato agli altri manifestanti all’esterno del palazzo, promettendo di non fare un passo indietro e che ci saranno altre iniziative contro il governo.