di Luigi Cortese (foto bancaditalia.it)

Secondo “La Verità” il numero 1 di Palazzo Koch, il Governatore Ignazio Visco, sarebbe coinvolto nelle indagini a Brescia per l’inchiesta di abuso di atti d’ufficio sulla gestione delle indagini sul Monte dei Paschi di Siena. L’ipotesi di reato farebbe riferimento all’articolo 2621 del Codice Civile, ossia false comunicazioni sociali, il tutto legato alle presunti omissioni tra il 2012 e il 2015. L’accusa punta sul fatto che Visco avrebbe ignorato ben 27 esposti firmati relativi alla gestione “opaca”, da parte di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, dei derivati della banca.

Dalla sede di Bankitalia, però, arriva la smentita rimarcando che “al governatore Ignazio Visco non è stato notificato alcun atto”. Nel caso MPS, nato a Milano, sono stati coinvolti banchieri, dirigenti, funzionari e magistrati. Le indagini sarebbero state avviate grazie alla denuncia di Giuseppe Bivona, consulente di fondi e azionisti, presentata nel 2021 dove oltre ad accusare i magistrati milanesi, che avrebbero archiviato su input di Francesco Greco, si legge che “per tre anni, Banca d’Italia ha ricevuto 27 esposti nei quali si informavano i vertici delle authority che Profumo e Visco stavano falsificando i bilanci di MPS. Come? Contabilizzando 5 miliardi di derivati alla stregua di investimenti in titoli di Stato”. Secondo il quotidiano di Belpietro la posizione del governatore resta aperta.

La vicenda MPS oggi si arricchisce di un nuovo scabroso punto. Resta uno dei misteri italiani più putridi ancora in vita: ricordiamo che ancora oggi non si è arrivati alla conclusione di quel delitto conosciuto come “suicidio di David Rossi” dove l’uomo si sarebbe lanciato dalla finestra con il suo orologio che atterra dopo di lui.

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