di Simone D’Aurelio
“Egregia preside,
Le scrivo per farLe alcune domande riguardo alla Sua lettera. La Sua comunicazione arriva in seguito agli episodi che sono al centro del dibattito e dell’opinione pubblica, e ciò che mi ha colpito in primis è che Lei ha subito parlato a tutta l’Italia di un pericolo fascista.
Questo tema viene strumentalizzato regolarmente. Anzi la stampa da decenni insiste sempre su questa linea e possiamo affermare inoltre che nei tempi recenti qualsiasi persona non si sia perfettamente allineata a certe politiche è stata definita come fascista: chi non si è vaccinato innumerevoli volte è stato associato ad ambienti neofascisti, con il chiaro intento di etichettarlo; stesso trattamento è stato riservato a chiunque era contrario all’invio di armi in Ucraina. Negli argomenti si è sempre cercato il consenso assoluto e allo stesso tempo si è sempre gridati a questo pericolo, eppure io non ho mai visto nessun ritorno delle camicie nere. Questo “spauracchio” è stato agitato anche poche settimane fa a Sanremo e lo stesso trattamento è stato riservato alla (per altro filo atlantista) Meloni, appena è stata eletta, ed a diversi senatori.
Eppure per correttezza devo notificare che da oltre sei decenni non c’è nessun fascismo, anzi se vogliamo parlare di questo perché invece non parlare del pericolo del comunismo e dei movimenti di estrema sinistra, che sono pericoli ben più recenti e radicati in Italia? Parliamo di un movimento di massa che porta con sé oltre 100 milioni di morti e che ha segnato il nostro paese con organizzazioni estremiste come Prima Linea e Lotta Continua, le Brigate Rosse e moltissime altre. Per dovere di cronaca, quindi, ai ragazzi dobbiamo parlare anche delle Foibe, dei Gulag, e di come la giustizia sommaria di alcuni partigiani li ha resi degli spietati assassini, e di come i cosiddetti estremismi vengono anche da sinistra, ma su questo c’è sempre un fortissimo silenzio, nonostante il PCI ha avuto fino a poco tempo fa moltissimi tesserati nel nostro Belpaese.
Il problema però non si riduce alla sola evocazione di un eterno fascismo strumentalizzato in molte occasioni e che mai si concretizza, e neanche in un diritto e in un dovere di cronaca sempre più carente nel nostro paese, c’è anche altro, la vera nascita del fascismo è collegata al socialismo, e non può essere semplificata come una storia nata dai bordi delle strade.
Concordo con lei quando cita Gramsci, e il suo “odio gli indifferenti”: perché se per davvero in Italia c’è il “pericolo fascista”, cosa dobbiamo dire dell’abolizione dei diritti di milioni di italiani, avvenuta pochissimi mesi fa su scala nazionale per uno scientismo ancora oggi ingiustificato? Cosa dobbiamo dire degli episodi avvenuti a Trieste, e dei soprusi recenti, diretti verso tantissimi uomini e donne di ogni età, che oggi sono totalmente dimenticati? E dov’erano le istituzioni? Dov’era Lei e dov’era lo Stato mentre perdevamo soldi, reddito, e vita sociale per folli Dcpm e venivamo discriminati dalla parte più socialdemocratica del paese e da moltissimi concittadini? A opporsi a tutto questo, a fare resistenza, proprio gruppi rivoluzionari cosiddetti di “destra” o “estremisti” o piccoli partiti politici, mentre le imposizioni di cui sopra non venivano dai fascisti, ma al contrario da chi faceva e fa parte proprio del mondo antifascista. E ciò che è successo resta una pagina di storia contemporanea amara, pericolosa e per davvero accaduta, su cui però non c’è nessuna attenzione da parte degli organi scolastici.
Come può spiegarmi in tutto questo che la maggior parte degli intellettuali di destra, dei conservatori, e anche i gruppi “neofascisti” sono contrari a combattere una guerra per procura, mentre i globalisti, il mondo democratico, gli “antifascisti” ed i paladini della Costituzione che sono sempre a caccia di fascisti vogliono uno scontro internazionale ed appoggiano il battaglione Azov? Il pericolo del conflitto da dove viene a questo punto? Siamo sicuri che viene sempre dall’estrema destra?
I totalitarismi a volte si presentano sotto mentite spoglie, ed oggi più che mai c’è un pensiero unico che sembra non ammettere nessun tipo di confronto, bisogna osservare questo fenomeno prima di urlare al fascismo, è una filosofia che sembra proporci un’unica concezione possibile a livello filosofico, religioso, antropologico etico e sociale, e che sta portando l’Italia verso un’abisso. Ma ancora di più in questi anni abbiamo sempre meno votanti, quindi in realtà il fascismo, se è un pericolo concreto, sembra esserlo sempre meno, dato il costante aumento degli astensionisti.
Inoltre mi soffermo anche sull’ultima parte: le frontiere sono presenti anche in Ucraina e tutta l’Europa sta combattendo con il pretesto di difenderle con ogni mezzo e arma. Onorare i propri genitori, poi, avere un rapporto con la propria patria, e con la propria comunità rappresenta un ottimo fattore per poter vivere bene e confrontarsi in modo pacifico con la collettività.
Inoltre non c’è bisogno di cancellare ogni muro per progredire: non saremo mai uguali distruggendo ogni differenza in quel modo utopistico che cantava John Lennon, anzi è proprio su questo schema che l’estrema sinistra ha dato il via alle più grandi stragi di massa, pretendendo un tipo di uguaglianza sociale, filosofica ed economica utopistico. Di fronte a questi problemi storici ed etici possiamo scegliere di essere uguali nelle nostre differenze proprio decidendo di preservare le nostre identità, ma apprezzandoci in un onesto confronto. Questa uguaglianza ci riporta a un discorso teleologico cristiano e religioso che ha segnato la prosperità di moltissimi popoli per molti secoli. Quindi, preside, il nemico sono le barriere o chi vuole amalgamare tutto sotto una bandiera unica, molto vicina alla Open Society voluta da Soros, utile per solo per l’economia dell’Alta Finanza ma non per il nostro essere? E lo sfondare ogni argine non potrebbe generare un caos identitario e collettivo di scala internazionale? La vera integrazione non corrisponde solo all’abbattimento di una linea, bensì richiede anche un confronto tra identità e nella libera scelta. In tutto questo non sono le stesse tradizioni, le diverse nazioni, le differenze, e le diverse visioni filosofiche etiche e sociali che ci rendono possibili una scelta e quindi una possibile realizzazione?
Un’ultima domanda riguarda gli episodi avvenuti: molti giornali documentano provocazioni e raid fatti da gruppi di estrema sinistra prima dell’evento, e si nota come parte del filmato sia ritagliato. Non stiamo forse anche qui prendendo una piccola parte di tutto ciò che succede nel nostro Paese e lo stiamo strumentalizzando a livello politico, ignorando i veri problemi?
In fede”.