di Gabriele Manfrè
Durante l’imperialismo Francese in terra asiatica, battuto il Siam, il Vietnam fu annesso alla Francia, così come la Cambogia ed il Laos, dando vita alla Indocina Francese. Dopo 50 anni dalla conquista, i giapponesi, in piene mire espansionistiche, partirono alla conquista dei neo territori francesi. Uno di questi Paesi è il Laos, il Paese più bombardato della storia.
Nel Laos, dopo le pressioni nipponiche, scoppiò la guerra civile, che diede vita a due “fazioni” belligeranti: Corona Laotiana, filofrancese, ed il più famoso Pathet Lao, che invece si rifaceva alla dottrina comunista. Nel tempo il Pathet Lao si confermò grande realtà di ispirazione per il proprio popolo, perseverando la sua esistenza assai a lungo. La posizione geografica del Laos, confinante con il Vietnam del Nord, la terra di Oh Chi Min, mescolata con le sue aperte ispirazione rosse, diede agli Stati Uniti modo di credere ad una fitta alleanza fra i due.
Con la guerra civile in Vietnam il Laos si dichiara neutrale, per tanto inattaccabile, ma alla CIA non interessa e senza aspettare il verdetto di un congresso ufficiale da parte del governo, si mobilita subito per “impedire” delle eventuali infiltrazioni del Pathet Lao tra le file Vietkong.
La CIA, a fronte delle eventuali problematiche che avrebbero creato i rossi Laotiani, che de facto avevano iniziato a sostenere militarmente Oh Chi Min, arruolò dal sud della Cina dei miliziani di etnia Hmong, sette mila per l’esattezza, e misero al comando di essi il generale Vang Pao. Creato il plotone di uomini Cinesi, lo mandarono in zone confinanti con i territori ove si rischiava il passaggio di miliziani Pathet Lao, ovvero la “piana delle giare”. Ma questi ultimi non presero di buon grado lo scenario mostratosi d’innanzi e cominciarono a combattere i Hmong, li sconfissero pesantemente e, approfittando della situazione, piegarono anche la Corona Laotiana. Gli U.S.A. capirono che il potere militare dei comunisti risiedeva nella fitta vegetazione ai confini con il Vietnam ove il Pathet Lao aveva iniziato a costruire il “sentiero di Oh Chi Min”: una fitta rete di tunnel sotterranei utilizzati per collegare il Laos al Vietnam utilizzato per spostare approvvigionamenti, soldati ed anche e soprattutto addestratori, che dal Vietnam andavano in Laos ad addestrare i loro alleati.
Nel 1961 il presidente Eisenhover disse apertamente che perdere il controllo del Laos significava perdere il controllo del sud dell’Asia (gli U.S.A. avevano ed hanno diversi alleati in quella zona, come ad esempio Thailandia e Filippine): questa affermazione diede modo di creare una delle, se non la, più distruttiva escalation della storia.
Gli americani, nel tempo, rimpolparono le milizie di Vang Lao portandole a trenta mila, ma nel ‘64 vengono nuovamente spazzate via. Ciò diede inizio a ciò che citammo poco fa dopo le dichiarazioni del ’61. Gli U.S.A. passarono alle maniere forti in modo graduale: iniziarono a bombardare il Laos, ovviamente in segretezza altrimenti sarebbe stata una dichiarazione di guerra in piena regola mentre nell’agosto del ‘64, inscenarono un attacco ad un cacciatorpediniere sulle coste del Vietnam, da parte di motovedette Vietkong, dando così inizio alla famigerata guerra del Vietnam.
La CIA decise di tenere comunque segreta la carneficina in terra del Pathet Lao così, in totale segretezza globale, i servizi segreti d’Oltreoceano iniziarono l’operazione “BARREL ROOLL”: i guerrieri Hmong avrebbero continuato a combattere contro il Pathet Lao nella piana delle giare, ma sarebbero stati riforniti dalla “AIR AMERICA”, una compagnia aerea commerciale gestita dalla CIA. Nel frattempo, coordinati dall’ambasciata U.S.A. del Laos, gli americani presero di mira il sentiero di Oh Chi Min, distruggendo qualsiasi cosa sospettassero appartenere ai rossi, dai camion alle palazzine.
Inizialmente il Pathet Lao subì fortemente il colpo, fino a ritirarsi ai confini con il Vietnam del nord, ma fu l’inizio di una guerra yo-yo, che durò anni, dove i comunisti riguadagnavano terreno e gli U.S.A ridistruggevano tutto fino alla ritirata delle milizie locali. Ciò avvenne fino al ’73 quando gli americani persero ufficialmente due guerre: Vietnam e Laos. La prima famosa, la seconda, come detto prima, combattuta di nascosto. Nel ‘75 i Vietkong prendono Saigon e allo stesso tempo il Pathet Lao dichiara la nascita della “Repubblica Popolare Democratica Del Laos”.
Cosa è rimasto al Laos dopo questa follia?
La morte di 200mila persone, 1/10 della popolazione totale, la piana delle giare divenuta uno scenario lunare, dove prima della guerra abitavano 150mila individui mentre nel dopoguerra solo 9mila, ecosistemi devastati, centinaia di migliaia di sfollati (750mila persone per l’esattezza tra cui anche diversi soldati Hmong ed il loro generale Vong Pao, completamente abbandonati a loro stessi).
In Laos vennero sganciate 260 milioni di bombe, vennero effettuati 580mila attacchi, una media di uno ogni otto minuti: di queste 260 milioni di bombe, circa 80 milioni sono rimaste inesplose.
Questi ordigni inesplosi hanno ucciso negli anni, dalla guerra ad oggi, circa 20mila persone, con un quarto dei villaggi del paese considerati “campi minati”. Intere zone coltivabili si ergono sopra a tonnellate di polvere esplosiva, con parte di questi terreni che vengono coltivati comunque.
Tutto quello che abbiamo raccontato è stato tenuto completamente segreto fino agli anni ‘90, quando l’attivista Khamvongsa, superstite di guerra, rese pubbliche le vicende legate alla sua patria. Grazie a questo, incalzati, gli U.S.A. iniziarono a concedere un po’ di soldi al Laos, ma la prima vera ufficializzazione del conflitto avvenne nel 2016, dove Obama fece un viaggio in Laos e donò 90 milioni di dollari per lo smantellamento delle bombe. Non andò solo in Laos, ma in tutta l’Asia anticinese: con tutta probabilità, quei 90 milioni di dollari, servirono a farsi nuovi amici.
Il Laos, infine, è un grande alleato russo: la Russia che è l’unica nazione che si è impegnata negli anni attraverso l’esercitazione “LAROS” ad insegnare all’esercito Laotiano a sminare i territori; in più, già dal ‘75, il Cremlino sostiene economicamente i comunisti del sud est Asiatico.
Tutto ciò non solo è rimasto segreto per 20 anni, ma anche adesso che è uscito allo scoperto, si tende a parlarne poco e niente. Sulle fonti ufficiali, per intenderci, c’è ancora scritto “sconosciuto” sotto la voce “colpevole del bombardamento”.
Storia interessantissima.
Complimenti. Davvero un ottimo articolo.
Questo ennesimo episodio si aggiunge al lunghissimo elenco dei crimini di guerra che la schiatta di genocidi khazaro-sionisti che si è da tempo impossessata del nord-america e dell’europa, ha commesso ai danni delle popolazioni di mezzo mondo. In confronto, Giulio Cesare, Genghis Khan, Alessandro il Macedone e Carlo Magno messi assieme fanno la figura di modestissimi dilettanti
ottimo articolo che condividero’ a manetta, perche’ si sappia la verita’ sui crimini si guerra perpetrati dai francesi e dagli americani nel sudest Asiatico.