di Roberto Fiore

Con la chiusura delle indagini della Procura di Bergamo, coordinate dal Procuratore aggiunto Dott.ssa Cristina Rota, affiancata da altri due giovani P.M, rendo noto che il sottoscritto ed il movimento che presiedo ci siamo fatti portavoce di una serie di importanti azioni giudiziarie – la cui prima datata 12 luglio 2021 – rispetto ai due periodi della dittatura sanitaria: quella pre-vaccino contro il governo Conte, caratterizzata dalla strage di anziani in Lombardia e dalla truffa sul piano pandemico e quella post vaccino del governo Draghi colpevole, a nostro dire, di estorsione del consenso.

Nella prima fase spiccano persone legate alla Regione Lombardia per una serie di problemi che emersero sul territorio lombardo. Oltre allo scandalo delle autopsie da subito bloccate con volontà dal governo, manovra che ha ritardato l’individuazione delle cure mirate e che potevano salvare molto prima altre vite, il punto cruciale dell’inchiesta di questa prima fase è rappresentata dal fatto che in Lombardia si ebbe una straordinaria diffusione di contagi, con alta percentuale di morti. Fatale per centinaia e centinaia di anziani fu la scelta della Regione, con delibera firmata da Fontana che chiedeva ai direttori degli ospedali (incoraggiati da lautissimi compensi) di dirottare i contagiati di Covid 19 nelle RSA. Una folle pratica che condannò la debole popolazione anziana e che noi non esitammo a definire strage. Morirono per questa causa circa 7000 anziani nella sola Lombardia.

Dopo la conferenza “Delenda Oms” del 2020, espressa accusa della nostra prima denuncia che depositammo fu il mancato aggiornamento del piano pandemico. L’unico piano pandemico del nostro Paese era quello del 2006, denominato anche piano antinfluenzale o virale. Gli altri piani, quello del 2016 e del 2017 altro “non sono che un copia incolla del primo” ebbe a dire Chiappani. L’aggiornamento del Piano Pandemico 2006 non era una semplice esigenza di burocrazia sanitaria, ma derivava e s’incardinava sugli obblighi giuridici internazionali assunti dall’Italia in riferimento alla sottoscrizione del Regolamento Sanitario Internazionale del 2005 (IHR 2005). A fronte delle numerose previsioni di altissima e imminente probabilità di epidemie o pandemie causate da un virus respiratorio letale e diffusibile per via aerea e anche specificamente da un coronavirus e nonostante gli allarmati appelli dell’OMS, le Autorità sanitarie competenti italiane (e le persone fisiche responsabili) non avevano provveduto ad aggiornarlo.

In particolar modo al centro dell’inchiesta finì Ranieri Guerra, all’epoca direttore vicario dell’OMS, che fu accusato da Francesco Zambon, ex funzionario dell’OMS, di pressioni per nascondere gli errori nella gestione italiana della pandemia.
Guerra risulta indagato per false dichiarazioni rese agli inquirenti quando venne sentito come persona informata sui fatti il 5 novembre del 2020. Secondo quanto disse Zambon, Guerra aveva chiesto di modificare la data del piano pandemico per farlo sembrare aggiornato quando invece non lo era. Zambon produsse un report per denunciare la gestione della pandemia che, in seguito a pressioni, venne rimosso. Guerra in una memoria difensiva aveva sostenuto che fu l’ufficio cinese a chiedere di modificare il report. Il mancato aggiornamento del piano pandemico impedì la reale possibilità di difendere il popolo italiano da una nuova infermità.

La Procura di Venezia aprì un fascicolo a carico di Guerra che però venne immediatamente archiviato atteso che lo stesso godeva dell’immunità diplomatica e non risultava imputabile. Il fatto che non potesse essere né perseguito né arrestato è uno scandalo che venne denunciato da me già nell’aprile del 2020.

Altra cosa è la denuncia fatta contro Draghi, Speranza ed altri per ciò che riguarda il fatto forse politicamente più grave ovvero la discriminazione messa in atto nei confronti di milioni di italiani con l’introduzione del “green pass” e l’obbligatorietà dello stesso. Già nell’autunno del 2021 appare come uno strumento di dittatura sociale che impone il vaccino e con esso tutte le conseguenze di vera e propria apartheid che in Italia discriminava 10-15 milioni di italiani che non volevano sottoporvisi. Questo portò 100mila persone a Roma il famoso 9 ottobre, 50mila a Milano, 50mila a Trieste. La protesta scoppia in tutta Italiani mente milioni di iscritti CGIL non rinnoveranno la propria tessera. A Roma, sappiamo, il noto processo per i fatti del 9 ottobre, sta assumendo le fattezze di un processo scandaloso nel quale sono emerse con chiarezza le infiltrazioni e la strategia criminalizzante di elementi dello stato che hanno creato incidenti ad arte per incriminare decine di persone, imprigionarne dieci di Forza Nuova e arrivare a tamburo battente allo scioglimento dello stesso movimento.

La seconda querela avente ad oggetto il reato di estorsione del consenso e usurpazione del potere legislativo vede tra i querelanti il sottoscritto, insegnanti, sanitari, appartenenti alle forze dell’ordine; la denuncia consegnata anche questa in 138 procure ha messo in luce che l’obbligatorietà del green pass fu una vera e propria estorsione che costringere milioni fi italiani che non volevano, a vaccinarsi. Molte Procure della Repubblica sono sul punto di emettere provvedimenti a chiusura delle indagini oramai avvenuta. L’avvocato Nicola Trisciuoglio, punto di riferimento di oltre cinquecento lavoratori di ogni categoria nell’Italia del Sud a titolo completamente gratuito e che ha messo in piedi la prima e la seconda denuncia, oggi è punto di riferimento di tutti coloro che hanno voluto “resistere” all’attacco distopico del regime Conte-Draghi e che ora sono fortemente determinati a richiedere i danni subiti da quelle decisioni apertamente incostituzionali, rivendicando la legittimità dei loro comportamenti “resistenti”. ù

Come ebbi a dire al tempo la strategia di lotta e vittoria del popolo sarebbe passata attraverso due strade; quella legale e quella della protesta.

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