di Luigi Cortese
Era il 1982, quando l’Argentina rivendicò la territorialità delle Isole Malvinas, conosciute come Isole Falkland, sotto controllo del Regno Unito. La decisione dell’allora presidente Leopoldo Galtieri portò ad una guerra di 74 giorni che causò circa 900 morti.
Le ragioni delle controversie risalgono alla fine del 1700, quando durante il processo di indipendenza dello stato dell’Argentina dalla Spagna ereditò i titoli per successione di Stati secondo il principio “uti possidetis juris” del 1810. Il 16 dicembre 1965 sulla questione intervenne anche l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottando la risoluzione 2065 (XX), con la quale riconosceva l’esistenza di una disputa di sovranità tra Argentina e Regno Unito, invitando i due paesi a trovare una soluzione pacifica e definitiva alla controversia, tenendo conto degli interessi degli isolani. Da qui è iniziato il processo di negoziazione che, secondo gli argentini, è stato ostacolato dalla riluttanza della Gran Bretagna. In particolare, l’esplorazione e lo sfruttamento di risorse rinnovabili e non rinnovabili nelle isole Malvinas, Georgia del Sud e Isole Sandwich meridionali e nelle aree marittime circostanti sono incompatibili con la risoluzione 31/49 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nei giorni scorsi, a quarant’anni dalla guerra delle Falkland (Malvine), e a diciassette dal Patto Foradori-Duncan, il ministro degli Esteri argentino Santiago Cafier, durante il G20 tenutosi in India, ha dato comunicazione al collega britannico, James Cleverly, della decisione di recedere dalla cooperazione per l’arcipelago. L’accordo prevedeva l’interazione in alcuni settori tra cui i trasporti e quello economico, una strategia adottata per prevenire tensioni in un territorio conteso e ricco di risorse tra cui il petrolio e la pesca.
L’Argentina ritiene ormai l’accordo contrario alla rivendicazione di sovranità sulle isole del governo guidato dal presidente Alberto Fenandez. La risposta di Londra non si è fatta attendere: il Governo Britannico ha diffuso via Twitter un comunicato dove si legge: “le Isole Falkland sono britanniche. La popolazione dell’isola ha diritto di decidere il proprio avvenire, ed ha già scelto di rimanere Territorio d’Oltremare autogovernato del Regno Unito”.
In una situazione geo-politica già complessa, con il conflitto Russo-Ucraino in atto e le tensioni tra gli USA e la Cina su Taiwan, l’improvviso inasprimento delle relazioni tra l’Argentina ed il Regno Unito non è una notizia confortevole. La situazione delle Falkland, se vista in ambito internazionale, può far percepire come il sentimento imperialista, di alcuni stati occidentali, sia fautore di crisi geo-politche. La volontà del Regno Unito di tenere sotto il proprio dominio le isole dell’arcipelago ci mostra come l’idea di unità territoriale cambi in base agli attori in campo.
Trovo giusta la rivendicazione delle Falkland da parte Argentina! É ora che I Colonialisti Imperialisti Anglosassoni Ebraici di occupare e sfruttare territori di cui si sono impossessati abusivamente!!
le Falkland sono argentine. sono d’accordo con Cortese questo è solo la difesa dell’imperialismo occidentale