di Fabrizio Cannone (fonte: ProVita e Famiglia)

Il blog Samizdat Milano ha descritto per filo e per segno il programma di una strana co-gestione, organizzata all’interno di un liceo milanese. Il liceo in questione è il Vittorio Veneto, il quale, nei giorni del 7 e dell’8 marzo, ha autorizzato due giornate, in teoria all’insegna della “autogestione studentesca”. In verità dedite, almeno in parte, al conformismo, all’appiattimento al sistema e alla subalternità al pensiero unico. Secondo il sito web, infatti, le «giornate sono state suddivise in tre fasce orarie e studenti e docenti devono scegliere» di partecipare a questa o quella lezione, gestita dai ragazzi. I docenti, da parte loro, dovevano essere presenti «per assicurare la vigilanza nel loro orario di servizio».

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Potrebbe parere qualcosa di avanzato e liberal, l’idea di far parlare liberamente gli studenti, in modo che almeno una volta all’anno siano loro gli insegnanti di altri ragazzi. Ma il problema è che troppo spesso, gli studenti del XXI secolo, tendono all’emulazione della sub cultura social o sono manipolati (senza accorgersene) dagli adulti, dalle mode, da ciò che ai loro occhi sembra essere di tendenza e conforme al progresso.

Così, tra le lezioni previste nella due giorni di co-gestione, oltre a tematiche sicuramente formative e degne di rispetto (dalla letteratura alla storia, dalla musica all’arte, dalla scienza al cinema), figurano i “classici della disinformazione”.

Un corso, per esempio, ha avuto ad oggetto:  “194/78: l’interruzione di gravidanza”. La tematica è scomoda e nessun consenso sociale previo è ipotizzabile. Come sarà stato trattato dai ragazzi? Basta dire che sul sito è stato presentato così: “La campagna libera di abortire, i vari aspetti dell’aborto (politica, leggi, etica, aspetto medico e psicologico)”. E se una ragazza avesse voluto dichiararsi in quel contesto “libera di non abortire”?

Un’altra lezione auto-prodotta è stata “Identità di genere, omosessualità, diritti, omofobia: una diversa normalità”. Normalità? Attenzione che fa rima con l’orribile etero-normatività, la teoria della differenza e complementarità sessuale, insegnata dalla biologia e della psicologia, ma detestata dai teorici del gender.

Una terza lezione è stata dedicata ancora alla “Omosessualità e all’omofobia in Italia e nel mondo”. Lavaggio del cervello o ci sarà stato un dibattito libero sui temi proposti? Difficile pensarlo visto che esiste una cappa ideologica intollerante che impedisce il confronto quando si parla di certe cose.

Infine, come se non bastasse, spazio anche alle “Pratiche di divinazione”, dove si è parlato dello “Studio delle varie pratiche di divinazione (tarocchi, lettura della mano, foglie di tè…)”. Ma in che modo? Secondo i parametri della scienza autentica che evidentemente si pone in modo critico rispetto a certe forme di spiritualità, o in modo da far capire che, non solo sulla sessualità, anche in queste prassi al limite della magia, la scienza “occidentale” e “razionalista” va superata, per tornare all’antica sapienza dei popoli selvaggi e liberi?

Tra l’altro, Pro Vita & Famiglia è venuta a sapere, attraverso alcuni genitori di studenti del Liceo, che le famiglie sarebbero state informate del programma stabilito, pochissimo tempo prima dello svolgimento dell’auto-gestione, non avendo, a quanto sembra, neppure il tempo materiale di obiettare o dissentire.

Cari ragazzi, è bella la libertà di pensiero, ma per crescere e per vivere ci vogliono dei cartelli stradali e i limiti imposti quanto meno dal buon senso. Fate attenzione a non farvi ingannare e manipolare da chi si presenta come amico per poi usarvi per scopi ideologici, nascosti e di parte.

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