di Gloria Callarelli

Dopo il terremoto del 7 febbraio 2023, la Syria, già martoriata, ha vissuto un dramma dietro l’altro. Difficoltà e non ricezione degli aiuti, con la scusa ufficiale delle sanzioni imposte dall’Occidente, e, come nulla fosse, un doppio attacco messo in atto da Israele che ha lanciato le sue bombe sui morti e sulle macerie.

Abbiamo intervistato un siriano che da tempo vive in Italia, il dottor Jamal Abo Abbas, medico pediatra. Il dottor Abbas, in stretto contatto con la sua terra, ci ha raccontato alcune verità che i media occidentali tacciono: “Il dramma di questo terremoto del 7 febbraio – esordisce – si aggiunge a 12 anni di guerra contro il terrorismo islamico estremista che ha distrutto mezzo Paese. Nel 2012-2013 il Paese era diviso a metà: non potevi andare da Nord a Sud, i terroristi cercavano le minoranze. Oggi la popolazione siriana è stremata”.

Il suo racconto è straziante: “La corrente nel mio Paese in 24 ore arriva a malapena per 40 minuti: i pozzi di petrolio sono occupati dagli americani che lo vendono, per cui il petrolio non c’è e la benzina nemmeno. L’acqua arriva una volta ogni quindici giorni e senza corrente non arriva nemmeno quella. L’ultima volta che sono stato lì ho acceso una lavatrice il lunedì e una il lunedì dopo. Non hanno soldi, non ci sono prodotti alimentari. Adesso cercano con l’embargo di non far arrivare nemmeno i farmaci, i bambini muoiono. Arriva qualcosa solo a Damasco. Il resto della Syria è dimenticato”.

Il terremoto non ha fatto altro che peggiorare una situazione già grave, così come le sanzioni che stanno martoriando ulteriormente il popolo: “E’ stato un terremoto distruttivo: scavano ancora a mani nude. E non sono 10mila i morti sono molto di più. Ad oggi solo a Nord sono arrivati aiuti, al Sud no. In generale ai siriani sono arrivati aiuti dopo sei giorni, ai turchi dopo 4-5 ore. Perché tutta questa differenze tra uomo e uomo? Perché ci sono essere umani di serie a e di serie b? Che c’entra la politica con l’umanità? Cerchiamo di aiutarci fra esseri umani vi prego…dovrebbe essere così. In Syria sono arrivati aiuti europei partiti dall’Italia grazie all’iniziativa di qualcuno, con tante difficoltà a causa dell’embargo. Per il resto ci sono le sanzioni e la gente muore”.

E’ dunque una politica errata, distorta a impedire una reale ricostruzione e un reale aiuto al Paese: “Assad è il nostro presidente legittimo e la maggior parte della popolazione è con lui. Questa è la verità. Gli americani non sono riusciti ad annientarlo come hanno fatto con Gheddafi. Pensate che la zona colpita dal terremoto in Turchia è abitata dai siriani ma nel 1939 la terra è stata regalata alla Turchia: da lì i siriani non possono tornare e per forza partiranno per l’Europa. Tutta l’immigrazione è voluta dalla guerra: aiutate le persone nel proprio Paese d’origine, nelle loro terre che è dove le popolazioni in generale vogliono vivere.

A servire maggiormente oggi sono i medicinali essenziali, coperte, alimenti  e prodotti per bambini, farine, riso. Sono i Paesi arabi ad aiutare più di altri: “Sono arrivati in questi giorni parlamentari arabi e per la prima volta il ministro degli esteri egiziano è stato in visita ai luoghi terremotati; l’Algeria anche ha rotto l’embargo con gli aerei e hanno portato aiuti. Anche la Russia sta aiutando: se non era per loro saremmo finiti male da tempo. Spero che l’Italia, sempre generosa, possa cominciare davvero a dare una mano: vogliamo che venga tolto l’embargo in Siria. Assad ama l’Italia diceva sempre di comprare prodotti made in Italy: oggi un siriano in Italia ha la vita impossibile. Pensate che non esiste più nemmeno l’ambasciata da quando è iniziata la guerra, perché l’hanno chiusa. Pazzesco”.

Quanto agli attacchi da Israele, Abbas non ha spiegazioni: “Io vorrei chiedere a tutti: ma come si fa? 12 anni di guerra, terremoto e loro attaccano. Hanno colpito civili, il castello di Damasco ricostruito dal 2008-2009 dall’università di Parma, e ora distrutto. Li c’era una scuola artistica: vogliono distruggere la nostra cultura. Dodici morti, decine i feriti. Senza motivo, solo perché, dicono, vi sono gli iraniani nascosti”.

Pochi giorni fa, poi, anche il lancio di bombe sull’aeroporto di Aleppo, unico punto di arrivo degli aiuti per i terremotati. Un’escalation francamente dura da sopportare mentre Netanyahu sfila a Roma, in un’atmosfera, quella israeliana, a dir poco tesa dopo l’accordo Iran-Arabia.

Infine, la questione Libano, molto simile a quella siriana: “Loro subiscono lo stesso boicottaggio: hezbollah è filo iraniano e a loro non sta bene. Ora sono allo stremo anche li: la corrente non c’è, la loro lira è svalutata. Tutta questione politica. Hanno distrutto l’Iraq, la Libia: tutto il Golfo è tutto sotto agli americani, manca solo la Syria. Ma io ho visto i figli delle nostre terre come sono resistiti. Ho visto con i miei occhi l’orrore, le loro tragedie e li ho sentiti dire: morirò ma non farò conquistare le nostre terre agli Stati Uniti”.

Abbas fornisce un IBAN per inviare aiuti affinchè riescano a “sistemare le case rimaste in piedi e rientrare” e poi chiude: “Ho visto un’umanità unica da parte degli italiani. Al di là della politica, al di là della commiserazione, aiutateci” chiude.

Questo l’IBAN fornitoci della comunità siriana in Italia: IT39A0306967684511768771958.

Firma qui per aiutare la Siria: https://www.petizioni.com/rimuoverelesanzionisalvarelasiria?u=8599258 

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