di Luigi Cortese
Milano maglia nera d’Europa, l’indice di Piazza Affari trascinato in discesa dai fondi bancari. Dopo il crac della Silicon Valley Bank, e di altre due banche americane, gli investitori frenano trascinando tutti i mercai in un onda negativa.
La situazione sta procurando serie preoccupazione verso il debito pubblico dei paesi. Per l’appunto sul fronte italiano registriamo un aumento dello spread, con i Bund tedeschi, superiore a 190 punti. Tutti ricordiamo come la finanza internazionale abbia governato la scena politica italiana con lo spauracchio dello spread, portando alle dimissioni di governi che non piacevano all’Europa. Stessa situazione per il petrolio che scende sotto gli 80 dollari al barile.
Gli Stati Uniti sono intervenuti in modo repentino sulla questione SVB rilevando la banca e garantendo gli investitori, ma questo non ha fermato l’effetto domino sui mercati internazionali, portando ad un rapido aumento dei tassi di interesse che, per contropartita, abbassa il valore delle obbligazioni nei portafogli. Oggi assistiamo ad una crisi finanziaria pari solo al caso Lehman Brothers del 2008, le banche coinvolte in questa crisi sono ormai tre, la Signature Bank, che è stata chiusa a soli due giorni dal commissariamento della Silicon Valley Bank, e la Silvergate.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, sta seguendo la vicenda ed il MEF dichiara “il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità” – continua – “Apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria”.
L’Europa ha già dimostrato di non essere in grado di poter intervenire per i singoli stati, ora il governo Meloni si affida alle mani di chi ha abbandonato la Grecia nel momento del bisogno, di chi ha messo regole capestri per imbavagliare gli stati membri e soprattutto di chi oggi è proprietario della moneta e gestisce i tassi del denaro aprendo e chiudendo la borsa a suo piacimento. La soluzione per sopperire ad un eventuale nuova crisi è riprendere la Sovranità Monetaria, tornare ad una moneta di proprietà pubblica legata alla riserve aurea. L’Italia torni sovrana ora è il momento giusto per farlo, prima che sia troppo tardi.
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