di Luigi Cortese
Tensione tra Irakli Garibashvili, premier della Georgia, e Volodymyr Zelensky, presidente ucraino. Garibashvili ha invitato il presidente ucraino a non immischiarsi negli affari di Tiblisi. Zelensky, nei giorni scorsi, aveva ringraziato i partecipanti alle proteste per la legge sugli “agenti stranieri” perché avevano sventolato le bandiere ucraine durante la manifestazione: secondo il presidente ucraino era stato un messaggio di rispetto verso il paese, ed augurando alla Georgia un “successo democratico”.
La legge, abbandonata venerdì dal governo di Tiblisi, obbligava le organizzazioni, che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero, a dichiararsi “agenti stranieri”. Gli oppositori avevano affermato che la legge si ispirava a quella russa del 2012, che è stata ampiamente utilizzata per reprimere il dissenso in Russia.
Garibashvili domenica ha dichiarato alla televisione georgiana IMEDI: “Quando una persona che è in guerra risponde all’azione distruttiva di diverse migliaia di persone qui in Georgia, questa è la prova diretta che questa persona è coinvolta, motivata a far accadere qualcosa anche qui, a cambiare”. L’intervento di Garibashvili si è consluso con: “Voglio augurare a tutti la tempestiva fine di questa guerra e la pace”.
La risposta ucraina non si è fatta attendere, e il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleh Nikolenko, ha accusato Garibashvili di ripetere la “propaganda russa”, con l’accusa a Kiev di cercare di coinvolgere la Georgia nel suo conflitto con Mosca. Nikolenko su Facebook ha postato questo messaggio: “Rifiutiamo categoricamente tali affermazioni, che non hanno nulla a che fare con la realtà. Le autorità georgiane stanno cercando un nemico nel posto sbagliato”.
Il governo di Kiev continua nel suo tentativo di inglobare tutta l’Europa in una guerra che non gli appartiene: se Zelensky cerca la pace deve solo sedersi al tavolo delle trattative con Putin e non cercare di sobillare i popoli europei.
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