di Gloria Callarelli
Le tensioni in Europa aumentano. Nelle scorse ore i media mainstream, ma lo “scoop” spetta a “Il Foglio”, hanno fatto trapelare la notizia secondo la quale il ministro della Difesa Crosetto sarebbe finito nel mirino della Wagner, compagnia paramilitare privata russa: la taglia sulla sua testa sarebbe di 15 milioni di euro. Tutto questo mentre l’ambasciata russa sulla sua pagina ufficiale nelle scorse ore scriveva:
Una fonte diplomatica a New York riferisce che, nell’ambito degli sforzi per promuovere una bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per istituire una commissione internazionale sotto l’egida dell’#ONU, al fine di indagare sul sabotaggio dei “Nord Stream”, la parte russa ha diffuso, come documento ufficiale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, una copia della corrispondenza con #Danimarca, #Svezia e #Germania sulle indagini nazionali in merito all’attacco terroristico alle condutture del #NordStream.
Le richieste degli organi competenti russi di sapere se parti o frammenti delle condutture fossero stati rimossi dal luogo del danneggiamento dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, se fossero state disposte indagini per determinare la causa del danno (presenza di residui di esplosivo sui frammenti della conduttura) e quali conclusioni fossero state tratte dalle indagini hanno ricevuto una risposta formale, contenente in sostanza il rifiuto di presentare un qualsiasi documento.
In particolare, la risposta svedese recita: “Ai sensi del primo paragrafo della sezione 14 del capitolo 2 della legge (2000:562) sull’assistenza giudiziaria internazionale in materia penale, una richiesta di assistenza giudiziaria deve essere rifiutata se il suo accoglimento comporta una minaccia per la sicurezza dello Stato. Questa disposizione è supportata dall’articolo 2 b della Convenzione del Consiglio d’Europa del 1959 sull’assistenza giudiziaria in materia penale, che consente di rifiutare una richiesta di assistenza giudiziaria qualora il suo accoglimento pregiudichi la sicurezza dello Stato al quale la richiesta è stata presentata. L’accoglimento delle istanze della Federazione Russa potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza del nostro Paese, su questa base, le istanze sono respinte”.
La risposta della parte tedesca a una richiesta analoga da parte degli organi competenti russi non è da meno di quella svedese: “Attualmente non è possibile istituire una squadra congiunta per investigare sugli incidenti e fornire qualsivoglia prova materiale”.
È quindi chiaro, e ora anche documentato, che le dichiarazioni di Danimarca, Svezia e Germania circa la presunta informazione della parte russa sull’andamento delle indagini non corrispondono alla realtà.
Continua l’ostruzionismo nei confronti della Russia. Ostruzionismo che, oltretutto, sa di qualcosa da nascondere. Vero Danimarca, Svezia e Germania?