di Luigi Cortese
La Corea del Nord continua i suoi test di lancio di missili a corto raggio. La Corea del Sud ha denunciato domenica il quarto test nell’arco della scorsa settimana, questo lancio, secondo lo Stato Maggiore della Corea del Sud, sarebbe stato effettuato alle 11.05, ora locale, dalla costa occidentale della Repubblica Popolare Democratica di Corea ed avrebbe percorso 500 miglia, circa 800 km, prima di colpire un obiettivo nel Mare Orientale, conosciuto come mare del Giappone. Pyongyang sostiene che questi test sono in risposta alle esercitazioni militari interforze, tra Washington e Seul, nella penisola.
In un comunicato della Corea del Sud, i funzionari militari hanno sottolineato che le forze armate stanno “mantenendo una posizione di piena prontezza in stretta collaborazione con gli Stati Uniti” in previsione di “ulteriori lanci”. Il Comando degli Stati Uniti, per l’Indo-Pacifico, ha descritto i lanci come “destabilizzanti”, aggiungendo che “non ha rappresentato una minaccia immediata per il personale o il territorio degli Stati Uniti o per i nostri alleati”. Funzionari militari americani, infine, hanno ribadito l’impegno “ferreo” di Washington a difendere la Corea del Sud e il Giappone.
Secondo il leader nordcoreano, Kim Jong-un, il lancio di un missile balistico intercontinentale sarebbe servito a “incutere timore nei nemici” e “dissuadere dalla guerra”. Infatti Pyongyang afferma che i recenti dei lanci missilistici sono una risposta alle esercitazioni militari in corso tra Stati Uniti e Corea del Sud, chiamate “Freedom Shield”. Il Nord, infatti, ha ripetutamente affermato di considerare le esercitazioni come una preparazione all’aggressione militare.
Ancora una volta le azioni di Washington portano ad un inasprirsi delle relazioni diplomatiche tra paesi non considerati amici, dopo l’Ucraina e Taiwan ora tocca alla Corea del Sud, che serve agli states per destabilizzare ancor di più un quadrante geopolitico problematico.