di Chris Baldelli
In Francia continua la mobilitazione nazionale contro la riforma delle pensioni e contro il Governo di Emmanuel Macron: quelli che fino a qualche settimana fa erano dei cortei con migliaia di manifestanti, negli ultimi giorni si sono tramutati in barricate popolari vere e proprie. In molte città francesi si vedono occupazioni e diverse iniziative contro una legge che la maggior parte della popolazione non approva; nonostante il presidente francese proceda nelle consultazioni dei massimi rappresentanti dello Stato e del governo, tra cui anche là premier Elisabeth Borne, i presidenti di Assemblée Nationale e Senato, Yaël Braun-Pivet e Gérard Larcher.
In questo scenario si immette la lunga notte parigina che è stata molto dura e difficile: diversi manifestanti hanno dato fuoco a cassonetti e danneggiato panchine e cantieri, tanto da richiedere l’intervento dei vigili del fuoco per spegnere gli incendi appiccati, mentre la polizia caricava i dissidenti. Il bilancio finale di una serata di scontri e proteste contro la riforma delle pensioni è di 234 fermati solo nella città di Parigi. Anche Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale francese, si esprime dicendo: “Decine di persone sono state arrestate in modo violento. Esigiamo la fine immediata degli arresti”.
Scene simili si non verificate anche in altre città. A Lione, circa 500 persone – soprattutto giovani – si sono radunati intorno alle 20:30 in Place Guichard e hanno lanciato diversi oggetti contundenti contro la forza pubblica, prima di disperdersi in gruppi in varie zone. A Voiron, nell’Isère, è stata vandalizzata, la residenza della deputata del Movimento Democratico, Élodie Jacquier-Laforge. Diverse persone si sono radunate anche sotto la prefettura di Lille urlando vari slogan, tra cui “Luigi XVI l’abbiamo decapitato, Macron ricominceremo”.
In tutto questo scenario viene da chiedersi il perché, in uno Stato affamato e in difficoltà come l’Italia, in cui anni di chiusure e restrizioni hanno fiaccato il popolo, non vi sia invece il minimo sussulto…Sembra essere una di quelle domande che si chiedono tutti e di cui ognuno di noi ha una risposta differente. Sta di fatto che intanto la situazione nella Penisola sembra essere “eccessivamente piatta” e la cosa non sembra trovare un punto di svolta. E mentre in Russia si discute di pace e in Francia si protesta contro l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni, nel nostro Paese non si va oltre la chiacchiera politica….forse è il caso di farsi qualche domanda?