di Gloria Callarelli
Si è celebrato ieri a Roma il processo di appello con rito abbreviato sui fatti del 9 ottobre per Massimo Ursino ed altri imputati. Era stato già messo in luce da alcuni imputati più rilevanti, ma anche da alcuni avvocati, l’assurdità di procedere con rito abbreviato: in questo modo, infatti, sarebbe stata favorita la posizione di investigazione tardiva e faziosa della Procura a discapito degli imputati. Come si sa, infatti, l’abbreviato analizza solamente le prove acquisite nelle prime ore e non ci sono interrogatori dei testimoni durante il processo.
Nonostante questa difficoltà oggettiva, l’avvocato Nicola Trisciuoglio, già noto per gli importanti sviluppi nel processo ordinario nel quale si vedono coinvolti Roberto Fiore, Luigi Aronica ed altri, nell’udienza ha organizzato un corposo contrattacco giudiziario, chiedendo sostanzialmente la riapertura del dibattimento che si era concluso in primo grado con una condanna di ingenti proporzioni nei confronti degli accusati.
L’avvocato Trisciuoglio ha rimarcato che, come emerso nel processo ordinario, le testimonianze date dal poliziotto della Digos che ha firmato due note di servizio sui fatti di quel giorno, Silvestri, e da altri esponenti delle forze di polizia, tra cui il commissario di polizia Pietro Berti, riguardo l’illegalità della manifestazione non autorizzata, fossero state contraddette dalle stesse dichiarazioni di Silvestri e di altri esponenti della Digos che dicevano con chiarezza, nelle prime ore del dopo 9 ottobre, che il corteo era stato autorizzato da piazzale Flaminio alla CGIL. Inoltre Trisciuoglio ha chiesto l’audizione di Berti: lui coordinava gli esponenti delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, e paradossalmente anche gli eventuali infiltrati e agenti provocatori che sono emersi nell’importante approfondimento tenuto dal riformista riguardo l’ignoto, W1: questo lo si vede scavalcare la finestra, rimuovere le transenne, ed aprire la porta ai manifestanti.
L’arringa trova supporto anche un’interrogazione parlamentare nel frattempo presentata da parte del senatore Zanettin di Forza Italia, capo della Commissione giustizia del partito, che ha chiamato in causa Piantedosi, allora Prefetto di Roma, oggi Ministro dell’Interno, il quale non poteva non avere il quadro completo, assoluto e scritto di chi avesse partecipato in qualsiasi forma alla manifestazione nel campo delle forze dell’ordine.
Il presidente della Corte, Picazio, si è quindi mostrato attento alle richieste dell’avvocato Trisciuoglio, le ha fatte mettere per iscritto riservandosi di decidere nei prossimi giorni.
Con alle porte l’udienza di rito ordinario che si terrà domani, infine, sembra prevalere la linea per quanto riguarda questo processo che tutte le condanne avvenute per rito abbreviato siano falsate da una fondamentale mancanza di approfondimento delle fasi più importanti della giornata del 9 ottobre, minate dal fatto che vi sia stata una strategia da parte di alcuni settori dei servizi segreti, come si evince dal Riformista, volta a criminalizzare la lotta anti green pass e il movimento di Forza Nuova in particolare con l’intenzione poi di scioglierla.